Mesola
24 Ottobre 2016
Le guide ambientali chiedono maggior attenzione per i fortini tedeschi: "Serve campagna di promozione"

Bunker di Mesola dimenticati dal turismo

di Elisa Fornasini | 2 min

Leggi anche

Mazzette alla Motorizzazione. Trentotto scelgono l’abbreviato

Di nuovo in aula il processo per le presunte mazzette alla Motorizzazione Civile di Ferrara, scoperte dalla maxi-inchiesta Ghost Inspections grazie al lavoro degli uomini della Guardia di Finanza e della Polizia Stradale, dietro il coordinamento del pm Andrea Maggioni, titolare del fascicolo di indagine, che ha chiesto il rinvio a giudizio di 74 persone

Mesola. Mentre il Delta del Po restituisce reperti della grande guerra in Veneto, al di là del fiume le testimonianze della seconda guerra mondiale sono nascoste in mezzo a una fitta pineta. La recente scoperta di fortificazioni militari emerse da una mareggiata a Porto Tolle, in provincia di Rovigo, rimette in discussione la valorizzazione dei reperti dei suoi ‘vicini di casa’: i bunker di Mesola.

Non tutti sanno che nel territorio mesolano ci sono una trentina di fortini, chiamati in gergo ‘furtin’, costruiti dai tedeschi nel 1943-44. Anche se alcuni sono stati sotterrati, ne rimangono ancora 22 visibili: 7 nella pineta delle Motte, 9 nella pineta del Fondo e 6 all’interno di proprietà private nel centro del paese.

La vegetazione custodisce queste costruzioni in cemento armato quasi come voler far dimenticare una triste pagina della nostra storia. Ma la memoria ha bisogno di essere protetta. Negli anni, Comune e associazioni hanno cercato di rivalutare queste importanti strutture storiche, ma la strada per una reale promozione turistica è ancora in salita.

“Riscoprire le batterie aree risalenti al 15-18 sullo scanno di Bonelli, a poca distanza dall’antica tenuta degli Estensi a Mesola, ha riportato la nostra attenzione anche sui fortini antibombardamento mesolani” annuncia Isabella Finotti, guida ambientale escursionistica e consigliere nazionale dell’Associazione Italiana Guide Escursionistiche Ambientali.

“Questi rifugi sono ben conservati e meriterebbero maggior attenzione – prosegue la Finotti -. Dopo il lavoro di recupero dei bunker per renderli visibili e fruibili alle persone, è il momento di concentrarsi su una vera e propria campagna di promozione per farli conoscere a tutti i turisti”.

“I fortini sono una buona proposta turistica per Mesola – ribadisce la Finotti – non solo perché ci restituiscono un triste momento della nostra storia, ma anche perché sono immersi in un ambiente naturalistico di pregio, all’interno di una pineta protetta sopra le dune. Il nostro obiettivo, come guide ambientali, è promuovere questi luoghi inconsueti, poco conosciuti ma dall’incredibile rilevanza storica e geologica”.

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com