“Negri emarginato da Cl: troppo scorretto su islam, migranti e unioni gay”, titola un pezzo di Paolo Bracalini, comparso su Il Giornale del 22 agosto. Racconta di come l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio sia stato estromesso dall’annuale meeting di Rimini, da quella Comunione e Liberazione a cui lui ha dato un grandissimo contributo nel corso degli anni, a partire dalla fraterna amicizia don Giussani, il fondatore.
Ma a chiudere subito ogni polemica ci pensa lo stesso Negri, con un comunicato ufficiale: “Si precisa che tale articolo non è frutto di interviste concesse al giornalista da parte di S. E. Mons. Luigi Negri, bensì di una raccolta di frasi dell’arcivescovo strumentalmente utilizzate per motivare presunte estromissioni dal “Meeting” – scrive l’ufficio stampa -. Tali conclusioni non rispecchiano per nulla la realtà dei fatti. L’Arcivescovo sta partecipando al Meeting, a cui è stato invitato, e sta offrendo il suo contributo, a livello di incontri personali, perché l’avvenimento del Meeting si svolga nel modo più positivo possibile”.
A corredo, in effetti, ci sono un po’ di foto dell’arcivescovo intento celebrare messa e a parlare con una vasta platea e dal programma ufficiale si desume che Negri abbia officiato la messa di domenica 22 agosto nell’auditorium B3, insieme Francesco Lambiasi, vescovo di Rimini.
Nessuna estromissione dunque, ma è vero che a Negri non è stato affidato quest’anno alcun dibattito inserito nel programma ufficiale ma “solo” delle iniziative collaterali, così come è accaduto lo scorso anno, dopo una quasi ininterrotta partecipazione dal 1988. I rapporti, effettivamente – e come sottolinea Il Giornale -, da un po’ di tempo non sembrano più essere quelli di una volta: divergenze di linea su alcuni temi forse (unioni civili, migranti e Islam, più duro l’arcivescovo di Ferrara, più morbida Cl) e lo smacco dopo le frasi contro Papa Francesco sentite in treno da Il Fatto Quotidiano, più o meno smentite da Negri, ma dalle quali Comunione e Liberazione prese le distanze con un comunicato ufficiale, provocando la delusione del prelato.
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