Un regista ferrarese più vicino a Hollywood. Fred Kuwornu, originario del Ghana ma ‘adottato’ da Ferrara dove ha studiato al liceo scientifico Roiti e lavorato per diversi anni a Radio Estense prima di trasferirsi a New York, ha da poco presentato all’Ischia Global Fest l’anteprima del suo nuovo film documentario “Blaxploitalian – 100 Anni di Afrostorie nel cinema italiano” che uscirà ufficialmente a ottobre.
All’evento hanno partecipato come ospiti d’onore diverse star di Hollywood tra cui l’attore e attivista afroamericano della serie “Arma Letale” Danny Glover, la donna più potente di Hollywood, la nuova presidente dell’Academy degli Oscars Cheryl Boone Isaacs, Kerry Kennedy e il regista premio Oscar per il film “Crash” Paul Haggis.
“Sentirsi dire da Danny Glover che ho fatto un ‘good job’ è stata un’enorme soddisfazione – racconta Kuwornu -, specialmente perché ammiro Danny non solo come attore con cui sono cresciuto da adolescente ma anche come importante attivista della causa degli afroamericani”.
Danny Glover e Fred Kuwornu
Una battaglia che sta a cuore allo stesso Kuwornu che, nel suo ultimo documentario, vuole rendere onore agli attori di origine africana che in questi ultimi 100 anni hanno contribuito a rendere grande il cinema italiano ma sono rimasti marginali e misconosciuti.
“Blaxploitalian” prende le mosse dalla prima apparizione di un attore nero nel film del 1915 “Salambò” di Domenico Gaido per poi passare al cinema neorealista anni quaranta/cinquanta di Paisà, Senza Pietà e Tombolo; agli anni sessanta/settanta con gli attori neri utilizzati nei polizieschi e nel soft-core (Zeudi Araya, Ines Pellegrini, Iris Penando Fred Williamson e Woody Stroode); fino agli novanta dove i neri (tra gli altri Germano Gentile, Salvatore Marino, Jonis Bascir, Livio Beshir, Denny Mendez) interpretano principalmente la parte di immigrati.
Il docufilm è al tempo stesso una campagna sociale globale dal nome #DiversityInMediaMatters che Fred Kuwornu, insieme a personaggi dello spettacolo americani, inglesi e francesi, sta conducendo per promuovere il valore del pluralismo nell’industria dei media.
Un momento della conferenza con Danny Glover e Cheryl Isaacs
“Sono ancora pochissime le presenze sia nello schermo che dietro le quinte di persone appartenenti a etnie e religioni diverse – spiega il regista -, pochissime le donne registe, praticamente nulla la presenza di attori disabili e Lgbt nelle industrie cinematografiche dei principali Paesi multietnici del mondo”.
Un recente studio condotto negli Stati Uniti ha dimostrato che una minoranza come quella latinoamericana, che costituisce il 16,3 per cento della popolazione e compra il 25 per cento dei biglietti di cinema, è rappresentata solo dal 4,9 per cento dei personaggi di fiction. Fred Kuwornu è fermamente convinto che “l’Italia multiculturale dei nostri giorni debba essere rappresentata molto più di quanto non si faccia ora, specialmente da sceneggiatori e attori di seconda generazione”.
Fred, che da anni vive New York dove oltre a produrre documentari con la sua casa di produzione Do The Right Films insegna anche nelle università americane, si augura di poter presentare durante il Festival d’Internazionale 2016 il documentario nella “sua” Ferrara dando un’anteprima alla città di un’opera destinata a girare molto negli Stati Uniti e nel mondo, visto che le storie narrate nel documentario coinvolgono anche interviste ad attori afroamericani famosi come Fred Williamson.
TRAILER IN ANTEPRIMA DEL FILM
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