Attualità
14 Luglio 2016
L’episodio davanti alla stazione: "Questa non è un'ambulanza". Il Centro donna e giustizia: “Evidente discriminazione etnica”

Tassista rifiuta di portare dal medico una ragazza di colore che sta male

di Marco Zavagli | 3 min

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taxi 3Tassista si rifiuta di accompagnare dal medico una ragazza di colore che si sente male. Succede a Ferrara, annus domini 2016. L’episodio di presunto razzismo è avvenuto lunedì scorso, poco dopo le 9 di mattina. A registrare l’incredibile scena, di cui è stata essa stessa involontaria coprotagonista, è un’operatrice del Centro Donna Giustizia. Lei è mediatrice linguistico-culturale di nazionalità nigeriana che quel giorno si era recata alla casa di accoglienza nei pressi della stazione, dove sono ospitate alcune ragazze richiedenti protezione internazionale.

Una di loro avvertiva forti dolori allo stomaco, tanto da non riuscire a reggersi in piedi. Di qui la necessità di essere portata con urgenza dal medico di base per essere visitata. Ecco allora che la dipendente del Cdg l’accompagna a fatica nel piazzale di fronte alla stazione per prendere un taxi fino all’ambulatorio medico.

E qui avviene l’inaspettato. “Il taxista – riferiscono dal Centro – di fronte alla richiesta di trasporto ha risposto molto sgarbatamente che non avrebbe caricato la ragazza in quanto il taxi non è un’ambulanza e lui non è un medico. L’operatrice ha risposto che la richiesta non era certo di curare la ragazza ma solo di accompagnarle dal medico di base presso l’acquedotto, così come da dovere di un autista che svolge un servizio pubblico cittadino”.

Niente da fare. Il tassista non si è mosso dalla sua posizione e l’operatrice ha dovuto chiamare un’ambulanza per portare la ragazza, appena maggiorenne, in pronto soccorso a Cona. Dopo ore di attesa, arriva la visita. La diagnosi parla di una gastrite, “riscontrabile anche dal medico di base se il tassista si fosse prestato ad accompagnarla presso il suo ambulatorio”.

Al ritorno dall’ospedale, l’operatrice è tornata dal tassista per prendere nota dei dati necessari a redigere una segnalazione. Targa e numero di matricola. Il comportamento del tassista viola, oltre alle regole di umanità, anche lo stesso regolamento comunale per lo svolgimento del servizio. L’articolo 30 afferma che i conducenti possono rifiutarsi di “trasportare persone che non si presentino in stato decente e di decoro secondo il senso comune o in stato di evidente ubriachezza” oppure “persone se ritengono che possano costituire pericolo per la propria incolumità o che, in occasione di precedenti servizi abbiano arrecato danno all’autovettura”. Peccato che il caso in esame non rientri in nessuna delle due tipologie.

L’articolo 31 è ancora più esplicito: “i conducenti hanno specificatamente l’obbligo di aderire in ogni caso alla richiesta di trasporto da parte di qualsiasi persona a meno che la vettura non sia già impegnata o non abbia terminato il proprio turno di servizio. Essi possono rifiutare di effettuare corse che per durata superino i limiti del proprio turno di servizio, ovvero qualora le particolari condizioni atmosferiche correlate alla lunghezza del percorso rendano pericoloso lo svolgimento del servizio per la propria ed altrui incolumità”. Nemmeno questo è il caso, visto che di corse dal centro a Cona se ne effettuano a iosa ogni giorno.

Quale ipotesi rimane? Non ci vuole troppa fantasia. “Vista la nazionalità dell’operatrice e della ragazza, entrambe nigeriane – prosegue il Centro donna giustizia -, si ipotizza che tale comportamento e inadempimento ai propri doveri sia dovuto ad una evidente discriminazione etnica e pertanto chiediamo che tale segnalazione venga presa in considerazione e venga seguita da una adeguata risposta”.

Le operatrici del Cdg ci sonfermano anche che è cosa usuale utilizzare i taxi per evenienze di questo tipo. Ma fino ad ora non erano mai incorse in atteggiamenti razzisti. “Troviamo opportuno segnalare – aggiunge il Cdg – il fatto anche all’amministrazione comunale e alla direzione generale dell’ Ausl, in quanto riteniamo ci sia stata una induzione di spesa sanitaria impropria con l’uso della autoambulanza, sicuramente sottratta a casi più urgenti”.

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