Freud and the City
21 Giugno 2016

Lost in Ferrara

di Giorgia Belletato | 3 min

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Cara Ferrara, corte dei principi Estensi, con il tuo castello circondato dall’acqua di un grande fossato, con il tuo Palazzo di Diamanti che cambia luce nelle diverse ore del giorno, dimmi un po’, ti sei dimenticata che sei stata la prima città moderna d’Europa? Prima di te le case nascevano per caso, per cui senza di te forse New York non sarebbe così. Eh già perché Biagio Rossetti, quando ha fatto diventare Corso Giovecca lo spartiacque tra l’improvvisato e l’organizzato, ha insegnato al mondo ad essere all’avanguardia …

Poi però New York ti ha superato ed è diventata la sintesi perfetta del Novecento: è partita dalle grandi migrazioni, risollevandosi dal crollo di Wall Street, attraversando gli anni d’oro di John Lennon ed Andy Wharol, fino ad arrivare al giorno in cui qualcuno immaginò di distruggerla, come se fossimo sul set di uno dei suoi film…

E ancora oggi, nonostante tutto, passando dalla caotica e chiassosa Grand Central Station per arrivare alle luci al neon di Times Square, ci si dimentica che si sta galleggiando su un’isola. Ma anche tu Ferrara sei stata disegnata da un fiume, anche se ti nascondi dietro le tue Mura e rimani in disparte, silenziosa, raffinata e vestita di rosso mattone… Tu che hai racchiuso sulla facciata della Cattedrale tutta la tua storia, come le rughe del viso di una donna elegante e colta. Tu che con la tua bellezza premeditata contrasti con il fascino preterintenzionale della competitiva New York, tutta strade e gambe, folla e traffico.

Ti ricordi Ferrara quando guardavi dritto a testa alta? Oggi che ti muovi come una qualunque città di provincia, consolatoria e tenace nei tuoi pregiudizi, non ricordi che Palazzo Schifanoia doveva “schifare la noia” come voleva la tua nobile dinastia? E tutto questo succedeva proprio mentre New York diventava la città che non dorme mai, il naturale approdo della gente di tutto il mondo, con 170 differenti lingue parlate. E mentre la Grande Mela abbaglia ancora oggi tra le luci e le ombre dei suoi grattacieli ed il suo sogno americano, fatto di forza di volontà, ambizione e futuro, tu Ferrara ti sei defilata, ti sei dimenticata di quanto è bello perdersi tra i tuoi ciottoli.

Bisognerebbe allora forse dare un peso specifico diverso all’imprinting legato alle nostre origini? Probabilmente sì, perché sentimenti, amori, amicizie ed elaborazione di lutti, pare diventino più forti sotto gli splendidi campanili che davanti alle insegne pubblicitarie del Madison Square Garden. Tutti infatti sono arrivati a New York da altrove, inseguendo il sogno di diventare qualcuno…ma per quelli per cui non c’è stato il miracolo è arrivata la solitudine, la povertà e la pazzia. E a New York essere soli e pazzi fa male da morire, perché la Grande Mela è tutto un cambiamento, va veloce e dimentica.

Le città allora, non bisogna dimenticarlo, sono fatte soprattutto dalle persone che le abitano, dai loro cuori, dalle loro storie da custodire e tramandare in eredità, come quelle di Lucrezia Borgia e Parisina, donne forti che con le loro passioni hanno riempito i versi dei poeti. Se però Ferrara, come sembra, hai davvero perso i punti cardinali in cui la vita accade, allora forse è ora di svegliarsi, perché non è troppo tardi per ritrovarsi con qualche buona idea nell’antica birraria all’ombra del castello…

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