Attualità
12 Maggio 2016
L’incontro de L’Umana Avventura per ripercorrere gli inizi del movimento di Don Giussani

Il cammino di Comunione e Liberazione nei ricordi di Carrascosa

di Redazione | 2 min

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A riempire la Sala dell’imbarcadero, ieri sera, è stato un “evento, non una presentazione di un libro”, come interviene brevemente a presentarlo l’arcivescovo Mons. Luigi Negri. È infatti in occasione della riedizione dell’opera di Don Giussani ‘Il cammino al vero è un’esperienza’ che il centro culturale ‘L’Umana Avventura’ ha portato in città il responsabile del Centro Internazionale Comunione e Liberazione Jesus Carrascosa, per ripercorrere gli inizi del movimento.

Non una disamina dell’opera del teologo, dunque, ma un evidenziarne l’importanza perchè “questo libro è come il primo cerchio creato da una pietra lanciata in un lago: è un libro vivo – spiega Carrascosa – perché contiene tutto”. Il volume, che raccoglie i primi tre scritti del sacerdote, contiene infatti “il suo carisma – continua – che è un dono dello Spirito Santo, perché Giussani è insieme incisivo, persuasivo e pedagogico”: l’educazione alla ragione è perseguita attraverso una visione prospettica di cui gli scritti successivi sono un approfondimento, non un aggiunta.

Il racconto, a tratti scherzoso, di Jesus Carrascosa si snoda tra ricordi personali e gli inizi di un movimento che nasce “del dialogo tra l’autorevolezza di Giussani – come ricorda l’arcivescovo – e la nostra giovinezza”. Gioventù Studentesca – questo il nome del movimento alla sua fondazione, ndr – si muta, dagli anni ’70, in  Comunione e Liberazione: l’esperienza di Giussani si lega indissolubilmente a questo nome e lo permea con quelle direttive di metodo che permetteranno la costituzione delle prime comunità.

index1Realtà comunitarie “socialmente identificabili – spiega – che si contrappongono alla solitudine della persona: questa è la comunione, il miracolo dei miracoli, la carne della presenta di Cristo nella Storia, quella che non coinvolge la comunità è una proposta di vita cristiana fittizia”. L’unità della Comunione, “umanamente impossibile”, è raggiunta solo con la diversità perché, è detto, “Cristo ci ha fatti tutti diersi, non fotocopie, ognuno è se stesso ed essendo se stesso può essere una cosa sola”; e la diversità, “una ricchezza”, porta alla “liberazione che è – continua – il potersi dire ciò che si è in ogni circostanza”.

Prima che la Sala si alzi tutta in piedi per il canto comune, tratto distintivo del movimento, c’è ancora tempo per un’ultima battuta: “vorrei vivere la presenza di Cristo – esclama Carrascosa – come riusciva a Don Giussani: vedete, la fede è riconoscere questa presenza e pregare è farne memoria, come risposta al cuore. Cristo è la risposta ad ogni esigenza: la mia esigenza del tutto può essere infatti colmata solo da colui che è tutto”.

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