Portomaggiore
1 Maggio 2016
È ancora battaglia tra sindacati e coop per il corretto inquadramento contrattuale delle operatrici

È il 1° maggio ma le Oss della casa di riposto “Eppi” non festeggiano

di Redazione | 3 min

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hands-216981_960_720Portomaggiore. Ad un anno di distanza dalla sua apertura il contenzioso fra la Cooperativa Kcs di Bergamo e Fp-Cgil e Cisl-Fp di Ferrara è ancora in alto mare. La vertenza riguarda le Operatrici Socio Sanitarie che lavorano nella Casa di Riposo Carlo Eppi di Portomaggiore (la casa di riposo prospiciente la Casa della Salute di Portomaggiore) che, secondo i sindacati, non hanno avuto il corretto inquadramento nella categoria C2 che il Contratto nazionale delle coop sociali e le regole dell’Accreditamento della Regione Emilia Romagna, prevedono per chi opera in quelle strutture.

“Non solo – aggiungono i due sindacati in una nota – ma la cooperativa, per aggirare il problema e per poter sostenere che l’inquadramento nella categoria superiore non è dovuto, ha addirittura stabilito mansioni inferiori per queste operatrici, solo quando lo ritiene opportuno naturalmente. La notte, quando in servizio ci sono solo loro, gli ospiti hanno la fortuna di poter contare sulla professionalità e coscienza delle dipendenti che vigilano sul loro benessere da tutti i punti di vista, chiamando il medico se l’ospite sta male o addirittura attivando il 118 quando si rendono conto che le condizioni lo impongono. Queste non sono attività alberghiere – sottolineano Fp-Cgil e Fp-Cisl – ma richiedono le competenze socio sanitarie che le lavoratrici possiedono e possono esercitare, ma che la Cooperativa non vuole riconoscere, contrariamente a quanto succede in tutte le altre cooperative del territorio”.

Una critica, quella dei sindacati, che non riguarda solo la coop: “Davanti a tutto questo la politica, come spesso accade, tace – affermano -. Nonostante il coinvolgimento dell’Ufficio di Piano del Distretto (struttura pubblica di coordinamento che esercita funzioni tecnico-amministrative e gestionali relative ai piani di zona) e la valutazione dell’Otap (Organismo Tecnico di Ambito Provinciale che ha un ruolo tecnico e quindi fa verifiche ed esprime valutazioni, relativamente alla corrispondenza ai criteri di accreditamento) che hanno rilevato appunto come le attività svolte dalle lavoratrici siano effettivamente socio sanitarie, nulla si è modificato e nessuno ha voluto esprimersi contro questo atteggiamento incomprensibile della Cooperativa. Eppure – osservano le due organizzazioni – la Casa di riposo Carlo Eppi gode di buona fama nel territorio e non sono mai stati rilevati a carico di nessuno dei dipendenti, comportamenti scorretti o inadeguati, come invece la cronaca ci ha purtroppo mostrato in altre strutture, anche gestite dalla Cooperativa Kcs. Chi può attribuirsi il merito? Chi gestisce o chi quotidianamente mette a disposizione le proprie competenze per il benessere degli ospiti”.

“Anche oggi – concludono con amarezza i sindacati – 1 maggio 2016, le Oss del Carlo Eppi hanno poco da festeggiare. Nel giorno della festa del lavoro, dei lavoratori e delle lavoratrici, queste persone non vedono riconosciuta la dignità della propria attività lavorativa”

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