Ostellato. Il Circolo Prc xxv Aprile di Ostellato–Fiscaglia ha organizzato una conferenza sabato scorso presso la biblioteca di Ostellato dal titolo “Il ruolo del Kurdistan nella guerra contro l’Isis” alla presenza del giornalista esperto di politica internazionale Alfio Nicotra, della segretaria provinciale di Prc Stefania Soriani e della segretaria di circolo Daniela Fuschini.
Nicotra ha affrontato il tema con competenza illustrando ciò che sta avvenendo nel distretto di Rojava dove i curdi hanno dato vita a questa straordinaria esperienza di Kurdistan Federale, che non vuole l’indipendenza ma il riconoscimento di un governo locale fortemente inclusivo dove, per esempio, in ogni municipio ci sono un sindaco donna ed uno uomo, dove le poche risorse a disposizione vengono impiegate per le scuole per i bambini e le bambine e dove le diverse appartenenze religiose convivono nel rispetto reciproco.
Il Rojava è un area geografica a maggioranza curda definita in tre cantoni: Afrin, Kobane et Jaziré.
Parte di questi territori sono frutto della riconquista su Daesh ottenuta da Ypg/Ypj (Unità di protezione popolare/delle donne) e Sdf (Forze democratiche siriane) con il sostegno della coalizione internazionale. E questo, per Nicotra è uno dei modi possibili di contrasto all’espandersi dell’influenza integralista. Gli ultimi avvenimenti stragisti a Bruxell, come in Africa sono la dimostrazione che muri, fili spinati non sono la strada per risolvere i problemi del terrorismo. Come per la mafia – è stato ribadito nel corso del convegno – la risposta deve essere lavoro, diritti civili per tutti, interazione fra le diverse culture e politiche condivise dai paesi democratici.
Purtroppo – si è detto – questa strada è molto lunga e di difficile percorrenza perché i governi dei paesi occidentali spesso sono nelle mani dell’industria bellica e di governanti assolutamente poco lungimiranti incapaci di programmare nel lungo periodo perché concentrati nella politica del “qui e ora”. Mentre servirebbe una concertazione simile a quella messa in atto contro il nazismo e il fascismo nel secolo scorso.
E l’esperienza del Kurdistan Federale dovrebbe essere preso ad esempio e sostenuto decisamente da tutti coloro, Stati e associazioni, che vogliano veramente opporsi alle strategie destabilizzanti di quei Paesi come Arabia Saudita, Qatar e Kuwait che finanziando le milizie islamiche vogliono governare il mondo con il terrore. Quei Paesi – hanno detto i relatori della conferenza – vanno emarginati dal contesto internazionale e l’Europa dovrebbe svolgere un ruolo altamente propositivo e bollare tutti coloro che vogliono far credere alle popolazioni che chiudendo le frontiere e donando miliardi di euro al governo fascista di Erdogan si risolva il problema del terrorismo. Strategie condivise a livello internazionale e sostegno incondizionato a tutte quelle esperienze che partendo dal basso lottano per includere e non per escludere come sta avvenendo nel Rojava, sono le risposte per tentare di sconfiggere il terrore.
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