La facciata della chiesa
Progettata da Biagio Rossetti e vittima, anche in anni recenti, di svariati eventi traumatici, la chiesa di San Benedetto sarà protagonista, domani, della seconda tappa del nuovo itinerario di visite ai luoghi di culto cittadini organizzato da Comune e Arcidiocesi.
Dopo la seguitissima conversazione a Santa Maria della Pietà dei Teatini, il 9 maggio scorso, il responsabile dell’Ufficio Ricerche storiche del Comune Francesco Scafuri e il curatore dei Musei civici d’Arte antica Giovanni Sassu danno appuntamento a ferraresi e turisti la prossima domenica alle 12,15, per un nuovo percorso alla scoperta delle opere d’arte e delle vicende storiche dell’edificio di culto all’angolo di corso Porta Po.
La partecipazione all’iniziativa, con ritrovo sul sagrato della chiesa (Piazzale San Benedetto angolo Corso Porta Po), è gratuita e aperta a tutti gli interessati e si terrà anche in caso di maltempo.
Per informazioni contattare l’Ufficio Ricerche storiche del Comune: tel. 0532/419300 oppure l’Urp Informacittà allo 0532/419770.
Edificata per i monaci benedettini di Pomposa, costretti ad abbandonare la loro sede a causa della malaria e delle difficoltà economiche, la Chiesa assume nell’Addizione Erculea una grande valenza urbanistica ed architettonica. Il 3 luglio 1496 il duca Ercole I d’Este e Nicolò Maria d’Este (vescovo di Adria) posero la prima pietra dell’edificio di Culto che, secondo diversi autori, fu progettato da Biagio Rossetti e da questi condotto fino al primo ordine. Ma il grande architetto di corte non riuscì a vedere finita la sua opera; infatti, i lavori furono in gran parte ultimati tra il 1535 e il 1553, mentre la consacrazione del Tempio avvenne solo dieci anni dopo, nonostante la mancanza del campanile, costruito su disegno di Giovan Battista Aleotti tra il 1621 ed il 1646.
Va chiarito, poi, che la Chiesa attuale é frutto della ricostruzione (eseguita dal 1952 al 1954) di quella rossettiana, violentemente colpita dai bombardamenti del 1944, che praticamente rasero al suolo l’antica costruzione, ad eccezione di alcune strutture portanti e delle arcate della navata centrale. Quella attuale, tuttavia, rispecchia l’impianto e le caratteristiche principali della Chiesa originaria. La pianta, perfetta dal punto di vista geometrico, è a croce latina con tre navate e sei Cappelle per lato. Ben congegnate anche le due finestre poste lateralmente ad ogni Cappella, che proiettano all’interno flussi luminosi incrociati.
La facciata, sia pure anch’essa ricostruita, é perfettamente proporzionata perché la lunghezza della base é uguale all’altezza massima, quindi potrebbe essere inscritta in un quadrato; da notare, infine, che la trabeazione tra il primo ed il secondo ordine corre praticamente a metà tra il piano di calpestio ed il vertice della cuspide.
L’interno della Chiesa si presenta oggi spoglio a causa della perdita pressoché totale delle decorazioni originarie. I dipinti sopravvissuti ai traumatici eventi bellici che hanno interessato San Benedetto sono in massima parte conservati presso la Pinacoteca Nazionale di Ferrara. Il Tempio ha ospitato i resti e il monumento sepolcrale di Ludovico Ariosto, trasferiti presso Palazzo Paradiso (ora sede della Biblioteca Ariostea) nel 1801 al tempo della seconda Repubblica Cisalpina.
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