Politica
7 Gennaio 2016
Negli anni ’90 accusò la politica locale di essere “connivente e silente”

È morto il ‘dissidente’ Paolo Mandini

di Redazione | 2 min

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Paolo Mandini (a destra), accanto a Roberto Montanari e Fiorenzo Baratelli

Paolo Mandini (a destra), accanto a Roberto Montanari e Fiorenzo Baratelli

È morto oggi pomeriggio all’età di 72 anni Paolo Mandini. Mandini, ex assessore e dirigente del Pci-Pds negli anni ’80 e ’90, si mise in disparte dalla politica dopo lo strappo con il partito che convergeva allora a Ferrara nella figura di Soffritti, visto come il referente politico della concertazione tra “bianchi” e “rossi” nel capoluogo estense.

Era il 1994 quando Mandini, assieme a una dozzina di dirigenti di allora, sottopose a una riunione del comitato federale del Pci un documento sulla questione morale. Il Pds di Ferrara stava vivendo uno dei suoi momenti più drammatici. I ‘ribelli” chiedevano un adeguamento del gruppo dirigente ferrarese del Pds e un rinnovamento delle sue strutture e dei suoi metodi di direzione.

Quel documento del 1994 sulla ‘questione morale”, recava 13 firme: Fiorenzo Baratelli, Paolo Mandini, Angela Alvisi, Magda Beltrami, Bruno Miglioli, Valeria Ravagnani, Luciano Bertasi, Bruno Armanino, Giuliano Guietti, Daniele Vecchiattini, Francesco Guerzi, Claudio Minelli e Giovanni Fioravanti. Alcuni uscirono dal partito, altri continuarono la loro battaglia finalizzata a un’azione di cambiamento di uomini e metodi dall’interno.

Non smise però mai di denunciare quella che definiva in chiave locale la questione morale, come nel caso del crac Coopcostruttori, dietro il quale vide il fallimento di una annosa politica di clientelismo e di una “classe politica connivente e silente”.

Mandini fu anche giornalista (diresse la televisione locale Trc Modena) e dirigente cooperativo in Coop Estense.

Come amministratore ricoprì il ruolo di assessore comunale allo sport. Durante il suo incarico vennero reperiti i fondi per la realizzazione del palasport di piazzale Azzurri d’Italia.

L’ultimo messaggio lasciato su facebook, ancora a metà novembre, prima che le sue condizioni peggiorassero, ha quasi il sapore del testamento politico: “Più i mesi passano più si prende atto da parte di tanti che la vera vittima della “rottamazione” renziana è la decenza (politica). Il Pd è nel marasma totale. […] Cosa si è fatto in questi anni per bonificare quel partito che non era di contrasto al malaffare, anzi nera parte? […] Cosa posso rispondere a questi adoratori del Pil e del Jobs Act? Mi rifugio nell’oltre Tevere. Papa Bergoglio è un uomo prezioso per credenti e non credenti. Non ha aspettato tempi biblici per mettere mano al cambiamento ed alla rottamazione, vera. […] Demagogia ? Populismo? Mah. Quel che certo è che nella politica italiana abbondano di “faraoni”, e ci manca un Bergoglio”.

I funerali di Mandini si terranno sabato alle 14.30 nella chiesa dell’Immacolata in piazzale Dante.

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