Ostellato. A bruciare era davvero solo la torba e, nonostante il cattivo odore, le esalazioni di fumo non sono un pericolo per i cittadini. Dalle analisi effettuate nella Valle del Mezzano, interessata da due grossi incendi questa estate, non è stato trovato nessun rifiuto interrato e nessuna movimentazione di terreno. È stata anche esclusa la presenza di sostanze inquinanti diffuse nel sottosuolo: gli unici superamenti dei limiti di legge riscontrati sono relativi a stagno e cromo esavalente. Due metalli, con concentrazioni appena sopra i limiti di legge, riconducibili alla combustione e alla natura del terreno e che, quindi, non destano pericoli per la salute.
Questi, in sintesi, i risultati delle indagini condotte da Arpa e Regione Emilia-Romagna (Servizio Geologico, sismico e dei suoli) con il duplice obiettivo di verificare l’eventuale presenza di rifiuti interrati, corpi estranei o eventuali fenomeni di rimaneggiamento del terreno, e di eseguire il campionamento e l’analisi dei terreni coinvolti dall’incendio per verificare l’eventuale presenza di sostanze inquinanti. Il prelievo dei campioni di terreno è avvenuto in quattro punti (sia sulle arginature che all’interno delle vasche fino a due metri di profondità) nella cosiddetta “zona Vasche”, dove l’incendio è iniziato a fine luglio e ha coinvolto circa 40 ettari.
Al termine degli scavi, in cui non è stata riscontrata la presenza di rifiuti interrati o di corpi estranei, né di fenomeni di rimaneggiamento del terreno, si è proceduto all’analisi chimica nei laboratori Arpa di Ravenna e Ferrara. Per ogni campione prelevato (8 in tutto) sono state effettuate 130 analisi per analizzare l’eventuale presenza di sostanze inquinanti (metalli, Ipa, diossine, fitofarmaci, idrocarburi ecc.). Come detto, le analisi chimiche hanno escluso la presenza di sostanze inquinanti diffuse nel sottosuolo.
“Rispetto alla numerosità dei parametri analizzati, le sostanze che hanno una concentrazione leggermente sopra i limiti di legge sono solo due metalli: il cromo esavalente (a 2,46 invece che a 2) e lo stagno (a 2,73 invece che a 1)” spiega Pier Luigi Trentini, direttore di Arpa Ferrara, che comunque evita allarmismi dando una spiegazione scientifica del fenomeno. “La concentrazione superiore di stagno è da imputare ad un fondo naturale-antropico dei terreni, in pratica era già nota la presenza di questa sostanza in questo tipo di suolo, mentre la presenza di cromo esavalente può essere ragionevolmente attribuita ai fenomeni di combustione come quelli avvenuti nel Mezzano: il calore, infatti, può ossidare l’elemento, come confermato dal trattamento termico eseguito in laboratorio su alcuni dei campioni prelevati”.
“Le operazioni, sia dal punto di vista operativo per lo spegnimento degli incendi che tecnico per il monitoraggio della qualità dell’aria, hanno richiesto tempo, competenza e professionalità” commenta il sindaco di Ostellato Andrea Marchi che, in particolare, ringrazia “il Consorzio di bonifica per l’operazione ‘allagamento’ e l’Arpa per i suoi costanti aggiornamenti che hanno garantito la massima trasparenza”.
“Stiamo monitorando la situazione ma ci sono ancora piccoli focolai qua e là” avvisa il primo cittadino, prendendo atto che “la torba ha sempre bruciato e continuerà a farlo in futuro, anche se non ha mai interessato zone così estese come capitato questa estate”. Per questo “si sta ragionando per il 2016, cercando di attivare un protocollo che, grazie alla disponibilità di attrezzature e al coordinamento delle associazioni di volontariato della Protezione Civile, ci permetta di entrare in azione in tempi rapidissimi”.
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