Tentato furto in un vivaio. Uomo arrestato dai carabinieri
Un uomo tenta un furto in un vivaio ma il figlio dei titolari lo segue indicando la posizioni ai carabinieri che riescono a intercettare così il veicolo su cui si stava dando alla fuga
Un uomo tenta un furto in un vivaio ma il figlio dei titolari lo segue indicando la posizioni ai carabinieri che riescono a intercettare così il veicolo su cui si stava dando alla fuga
Dopo la sentenza di primo grado con cui il gup Carlo Negri del tribunale Ferrara ha pronunciato l'assoluzione per i cinque accusati per le presunte tangenti tra i padiglioni della Fiera, nei giorni scorsi, la Procura ha deciso di ricorrere alla Corte d'Appello di Bologna per quanto riguarda la posizione dell'ex presidente Filippo Parisini, inizialmente prosciolto dal giudice dopo la richiesta di rinvio a giudizio, chiedendo ai giudici bolognesi di disporne il rinvio a giudizio
Adescava le sue vittime in stazione, chiedendo loro un passaggio in automobile o proponendo rapporti sessuali a pagamento, e poi le rapinava del portafoglio che tenevano nelle tasche posteriori dei pantaloni
Tragedia in zona Gad, dove una giovane donna italiana è stata ritrovata senza vita in un pianerottolo della Torre A del Grattacielo
Nella nuova operazione interforze compiuta il 2 maggio su disposizione della Prefettura di Ferrara sono state impiegate sette pattuglie, nonché 14 tra agenti e militari della Questura, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Polizia Locale Terre Estensi
di Silvia Franzoni
Il gioco d’azzardo è diffuso e persuasivo: “l’uso patologico del gioco riguarda circa 200.000 persone nel Paese e il costo di ogni singola presa in carico si aggira attorno ai 30.000 euro, così che l’aspetto sociosanitario incida sul bilancio per circa 5,6 miliardi di euro”. A presentare i dati, preoccupanti, è Gian Guido Nobili (servizio Politiche per la Sicurezza e Polizia locale Regione ER); l’occasione è l’iniziativa di presentazione della ricerca ‘Le implicazioni sociali del gioco d’azzardo’, svoltasi ieri pomeriggio come appuntamento del programma della sesta edizione della ‘Festa della legalità e della responsabilità’, promossa da Comune e Regione.
La ricerca, figlia della legge regionale 3/11 e nata in collaborazione con l’Università di Bologna, è volta ad indagare un fenomeno, quello del gioco d’azzardo, che si presenta più come ‘questione’ che come problema. Susanna Vezzadini, docente di Teoria dei processi di vittimizzazione Unibo e coautrice della ricerca, evidenzia quella che si configura come “la trasformazione dell’immagine del giocatore: trasversalità, crescita esponenziale della polifruizione e variabilità dei contesti di gioco”. Le 46 interviste raccolte tra giocatori ed ex-giocatori del territorio regionale si sono indirizzate ad un approccio qualitativo, uno “sguardo dall’interno” su di un campo complesso quale è quello del gioco d’azzardo fin dal suo punto di vista definitorio.
Si tratta di uomini, principalmente ma non esclusivamente, tra i 40 e i 60 anni con punte di giovanissimi (23-30 anni) per il gioco online. Varie le professioni, vari i titoli di studio, stessa estraneazione dal lavoro e dalla famiglia: “la moltiplicazione delle sedi di gioco – spiega Vezzadini – comporta un aumento della frequenza e una dilatazione dei tempi di gioco, così che diventi una attività totalizzante, che impegna fino a 8-10 ore al giorno, un vero atteggiamento compulsivo”. La motivazione al gioco è spesso quella di una “idea di cambiamento, una opportunità di miglioramento di una esistenza – continua – percepita come insoddisfacente”. A questo si accompagna il dato emotivo, di “ricerca dell’emozione, di adrenalina”. L’avvento della possibilità di gioco online, poi, comporta un cambiamento del significato stesso di gioco: “se prima il rapporto soggetto-strumento era esclusivo, ora – evidenzia – si inserisce il concetto di visibilità all’interno di una comunità, quella online, nella quale si cerca fama e notorietà”. Molte e varie, poi, le implicazioni criminose: queste si riscontrano “in maniera diretta, almeno 5 degli intervistati hanno riportato condanne penali per comportamenti devianti, ma il contatto con ambienti criminosi facilita la presa di coscienza della propria condizione di disagio e la successiva richiesta d’aiuto”.
Il gioco d’azzardo è monopolio dello Stato che, negli anni, ha moltiplicato l’offerta. L’intreccio è però “ambiguo e ipocrita”, sottolinea Antonio Bonfiglioli (docente di Diritto Penale e Processuale UniBo e coautore della ricerca), perché “il diritto punisce ciò che lo Stato implementa”. Se le direttive sono state omogenee, “dal 1992 il cammino intrapreso è stato deprecabile – spiega Bonfiglioli – lo definirei di utilitarismo perbenista: da un lato si sono introdotti nuovi modi di fare cassa, come i gratta e vinci, e si vende come ‘gioco sicuro’, dall’altro si sbandiera il vessillo della moralità apponendo un semplice ‘gioca con moderazione’”.
Secondo la legge, si ha gioco d’azzardo quando concorrono il fine di lucro e la vincita, o perdita, interamente o quasi interamente aleatoria (articolo 721 del Codice Penale, ndr): “lo Stato propone giochi totalmente aleatori, e lo fa con una ripetitività preoccupante, anche perché le ragioni nobili del monopolio cadono di fronte alle percentuali di vincita di tipo usuraio che si accompagnano al gioco d’azzardo statale, che è l’unico legale”. A livello periferico – Comuni, Provincie e Regioni – l’attenzione al tema è notevole, “ma a livello centrale non sta cambiando nulla – conclude Bonfiglioli – proposte di legge virtuose giacciono nei cassetti”.
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