Politica
5 Settembre 2015
Il popolare divulgatore scientifico alla Festa Pd ha presentato il suo nuovo libro

Mario Tozzi: “La tecnologia ‘barocca’ ci peggiora la vita”

di Redazione | 3 min

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unnameddi Marcello Celeghini

Tutta la tecnologia che abbiamo intorno serve davvero? È a questa domanda che si propone di dare una risposta il nuovo libro del popolare geologo e giornalista televisivo Mario Tozzi “Tecnobarocco. Tecnologie inutili e altri disastri” presentato ieri sera in piazza Buozzi a Pontelagoscuro nell’ambito della festa Pd ‘Ponte Democratica’. Il divulgatore scientifico, intervistato da Sergio Gnudi, ha spiegato come, molte volte, le tecnologie che noi abitualmente utilizziamo non ci migliorerebbero la vita ma andrebbero solo a creare nuove problematiche inedite e danni ambientali al pianeta.

La riflessione di “Tecnobarocco. Tecnologie inutili e altri disastri” parte dalla domanda sulla possibilità che tecnologie attuali ci rendano migliore la vita oppure se, invece, si tratta solo di un miglioramento apparente. Il libro di Mario Tozzi fa degli esempi, uno di questi è la lavatrice di oggi con display super tecnologici e la lavatrice di vent’anni fa che possedevano solo comandi meccanici. “Se nelle lavatrici di oggi dovesse rompersi il display- spiega Tozzi-, sono da buttare perché senza display la lavatrice è inutilizzabile, a me è successo, se invece la lavatrice avesse mantenuto i dispositivi meccanici il problema non si porrebbe, questo è un esempio di tecnologia barocca che ci peggiora la vita”.

“La tecnologia di base tende ad essere immutata nel tempo ed è questa che porta maggiore benefici al genere umano. Un coltello- continua Tozzi- tagliava duemila anni fa come taglia oggi, nulla è cambiato. La tecnologia barocca scardina i valori della società di base senza risolvere i problemi che è chiamata a risolvere. La Costa Concordia dopo mesi e mesi di lavoro è stata trasportata via dal Giglio attraverso chiatte e funi di acciaio, più o meno con la stessa tecnologia meccanica con cui sono state costruite le piramidi migliaia di anni fa”.

Altra tematica affrontata nel libro è quella della minor resistenza e durata dei prodotti tecnologici di oggi rispetto a quelli di ieri. “Prendiamo le calze da donna in nylon. Negli anni appena successivi al momento in cui furono messe sul mercato erano resistentissime e difficilmente si sfilacciavano, così però si poneva un problema di profitto. Quindi si agi modificando una molecola per rendere le calze più fragili in modo che rompendosi venissero sostituite più di frequente”.

Ogm e perdita della varietà di colture. Il giudizio del geologo Tozzi sugli organismi geneticamente modificati è negativo poiché innescherebbero un processo innaturale con esiti imprevedibili sulla natura. “Gli Ogm- spiega- sono una chimera genetica perché in un tempo troppo breve vanno a modificare la genetica dei prodotti agricoli senza conoscerne le conseguenza sull’uomo e sull’habitat. Processi di modificazione genetica, però, sono avvenuti nella storia agricola europea ma questi sono stati processi lunghi anche centinaia di anni e comunque naturali. Un rischio forte è anche quello di perdere la varietà nelle colture agricole e creare una monocoltura generale. Secoli fa c’erano centinaia di varietà di grano, oggi appena quattro, questo è un impoverimento che rende la società umana assai più vulnerabile. Se queste poche varietà di grano venissero colpite da agenti parassitari che ne impediscano la produzione, cosa facciamo restiamo senza pane?”.

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