
Hamba Chawki
Arrestato e denunciato con l’accusa di essere lo stupratore seriale di prostitute che tra l’autunno e l’inverno del 2013 avrebbe violentato tre ‘lucciole’ di nazionalità rumena. E assolto questa mattina dal tribunale di Ferrara per il terzo episodio che lo vedeva coinvolto. È una vicenda che fece un certo scalpore a Ferrara quella che ha per protagonista Hamba Chawki, il 31enne di origini tunisine finito in manette il 18 febbraio 2014 per tre diversi casi di violenza sessuale individuale e di gruppo e sequestro di persona. L’uomo, secondo l’accusa, aveva un suo ‘rituale’. Quello di avvicinare giovani prostitute, accompagnarle a casa sua in via Aguiari e poi violentarle. Da solo oppure con un gruppo di amici con tanto di cane rottweiler a scoraggiare ogni resistenza.
Fatti per i quali il 31enne è stato già condannato a 8 anni di reclusione (ed è attualmente detenuto nel carcere di Modena), dopo essere stato giudicato colpevole per il primo caso per cui era stato denunciato dalle giovani prostitute, mentre il tribunale lo sollevò dalle accuse per il secondo episodio. L’assoluzione di questa mattina riguarda invece l’ultimo episodio, avvenuto nella notte tra il 30 novembre e il 1° dicembre 2013, quando la ‘lucciola’ denunciò di essere stata vittima della stessa ‘tecnica’ utilizzata precedentemente da Chawki: dopo averla abbordata sul ciglio della strada e averla fatta salire in automobile, il 31enne l’avrebbe portata dentro un’abitazione in zona stazione, dove l’avrebbe violentata per tutta la notte dopo averla costretta ad assumere e aver fatto uso personalmente di cocaina.
Una versione dei fatti che tuttavia, fin dall’inizio, appariva più fragile rispetto ai due casi precedenti. Sia per il comportamento della giovane prostituta – che pochi giorni dopo la denuncia fece perdere le proprie tracce -, sia per alcuni elementi emersi dalle indagini dei carabinieri, due dei quali hanno testimoniato proprio oggi, prima che i giudici Marini, Testoni e Attinà si ritirassero per decidere la sentenza. Difficile infatti, come sottolineato anche dall’avvocato Gianluca Filippone, legale di Chawki, capire come mai i contatti telefonici tra l’imputato e la sua presunta vittima fossero iniziati il 26 novembre, tre giorni prima di quello che secondo la prostituta sarebbe stato il loro primo incontro. E ancora più strana per gli inquirenti è stata la scoperta che le telefonate tra i due, in entrata e in uscita, continuarono anche per diversi giorni dopo la presunta violenza sessuale.
Dettagli che non sono stati chiariti né dalla diretta interessata – irreperibile e per la quale fa testo solo il verbale di sommarie informazioni acquisito dai carabinieri -, né dalle sue amiche e conoscenti, che questa mattina non si sono presentate in tribunale per testimoniare. Una situazione che secondo Filippone rende quanto ricostruito dagli inquirenti “incompatibile con un’accusa di violenza sessuale”, al punto che anche il pm Andrea Di Benedetto al termine della discussione ha chiesto l’assoluzione per l’imputato. Così come – val la pena ricordare – anche il pm Nicola Proto in fase di indagini propose l’archiviazione del fascicolo, trovando però l’opposizione del gip Silvia Marini. L’assoluzione di questa mattina chiude definitivamente la vicenda: secondo il tribunale Chawki stuprò solo una delle tre prostitute che lo denunciarono e dovrà scontare una pena di otto anni di reclusione.