Cronaca
2 Aprile 2015
Sentenza per le violenze nei confronti di una 'lucciola', segregata, drogata e terrorizzata con un rotwailer

Condannato a 8 anni lo ‘stupratore seriale’

di Redazione | 2 min
Hamba Chawki

Hamba Chawki

Il tribunale di Ferrara ha accolto quasi totalmente la richiesta del pubblico ministero e ha condannato a 8 anni di carcere Hamba Chawki lo ‘stupratore seriale’ a processo per due violenze sessuali, sequestro di persona e rapina nei confronti di due giovani prostitute.

Il tribunale collegiale, composto dai giudici Marini, Landolfi e Attinà, lo ha trovato responsabile dei reati di violenza sessuale di gruppo, rapina e in parte anche per detenzione, produzione e traffico di sostanze stupefacenti e sequestro di persona. Agli 8 anni di reclusione si aggiungono anche varie pene accessorie fra le quali l’interdizione dai pubblici uffici. Assolto invece per gli altri capi di imputazione riguardanti il secondo episodio: la giovane che aveva subito violenze non si è mai presentata in aula e sono mancati i riscontri.

Chawki, 31 anne di origini tunisine e assistito dall’avvocato Gianluca Filippone, è stato condannato per il primo dei tre episodi di violenza (per il terzo il processo è ancora in corso). Si tratta dei casi avvenuti nell’ottobre 2013 e che fecero più clamore in città per la loro crudeltà: le violenze di gruppo, la droga e l’uso di un cane rotwailer, aizzato contro almeno una delle impotenti vittime.

L’arresto di Chawki avvenne in seguito alle denunce, tutte giunte in momenti separati, da parte di tre ‘lucciole’, che raccontarono di essere state abbordate da un cliente che poi le costrinse a intere nottate da incubo. Nei primi due casi il 31enne, dopo averle portate in un’abitazione in via Aguiari, chiamò anche dei suoi conoscenti arrivando terrorizzarle con il cane. La prima giovane riuscì a fuggire seminuda lanciandosi dal terrazzo prima dell’arrivo dei sodali di Chawki, soccorsa e portata a casa da un’automobilista. La seconda venne drogata e violentata per tutta la notte dal gruppo fino alle 16 del giorno successivo.

La difesa aveva puntato su alcune contraddizioni nel racconto della giovane donna, sostenendo che il rapporto fosse stato consensuale e che, inoltre, nell’abitazione di Chawki (detenuto nel carcere di Modena) gli inquirenti non hanno mai trovato tracce della presenza del cane, appartenente a un amico: circostanza che sarebbe stata nota alla vittima che frequentava gli stessi luoghi del suo assalitore. Probabile che venga presentato appello alla sentenza

 

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