Cronaca
24 Aprile 2015
I giovani del nuovo centro culturale: "Non abbiate paura della zona Gad, è un termine che va abolito"

Un treno “cargo” per chi non si arrende al degrado della Gad

di Elisa Fornasini | 4 min

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I treni sono in movimento, così come le idee. “Ideas in motion” è appunto la scritta che si legge all’entrata del nuovo centro culturale e artistico “Cargo”, inaugurato mercoledì sera in piazzale della Stazione 36. Uno spazio di aggregazione fatto da giovani per i giovani, le cui rotaie si poggiano su tre attività diverse ma accomunate negli spazi e negli intenti: Bender Bar, Collettivo Binario 01 e Vida Krei. I fratelli che gestiscono da quattro anni il bar ‘futuramistico’, i ragazzi che da un mese hanno aperto uno studio di composizione musicale, e i writers che si occupano da sempre di street art e design, condividono i locali di quello che era il circolo del Dopolavoro Ferroviario. Stessa sede, stessa passione, stesso entusiasmo: non poteva che nascere una vera e propria fornace di idee in movimento, in un quartiere in cui le idee di degrado sono ferme da anni.

Sul vagone di questo treno, che si spera non passerà una sola volta nella vita, sale chi ha voglia di divertirsi. E non sono pochi i giovani che hanno deciso di spingersi di fianco alla stazione per partecipare al Railway Festival volume 2. La serata all’insegna della musica dal vivo – in concerto il duo elettro-rock Ni Na, il mix sonoro del collettivo Romea e il dj set Body to Body di Igor Tosi – è stata accompagnata da birra artigianale alla spina e in bottiglia selezionate da Porto in Fest. Dopo due settimane dalla fortunata serata di lancio dell’iniziativa, i ragazzi di “Cargo” provano a bissare il successo con l’inaugurazione ufficiale del piazzale esterno, rivisitato e riqualificato per l’occasione. Un luogo in cui non c’è nessuna linea gialla da non oltrepassare, l’unica cosa da superare sono le proprie paure.

“Non abbiate paura della stazione – esortano Matteo Maragno e Paolo Garola del Collettivo Binario 01 – perché i luoghi sono di chi li frequenta, non sono pericolosi in quanto tali. Anche la piazza, se non ti comporti a modo, diventa un posto pericoloso come un altro, come dice Kaos ‘a modo nostro siamo pure bella gente’. Inoltre il degrado non riguarda tutta la zona Gad: l’acronimo significa ‘Giardino Arianuova Doro’ ma la malavita non coinvolge tutto il quartiere. È un termine che andrebbe abolito”. Niente timore e spavento, quindi, ma solo curiosità e voglia di aprirsi a luoghi diversi dalla solita ‘vasca’ in centro per riappropriarsi degli spazi che appartengono a tutti i cittadini.

Una predisposizione all’apertura che è tipica della cultura underground, di cui gli organizzatori si fanno promotori. “Il nostro centro si propone come uno spazio underground e atipico nel panorama culturale ferrarese – specificano i ragazzi – perché cerchiamo di essere aperti a tutto nell’ascoltare e fare cose diverse dal solito. Ci stiamo creando un’identità e i giovani stanno rispondendo bene, siamo soddisfatti dell’affluenza alle serate ma, indipendente dai numeri, vedere della mossa in questa zona è già bello di per sé”. Un movimento che, è giusto specificarlo, è interamente autofinanziato dal bar e dalle due associazioni. “Le risorse sono quelle che sono – commentano gli organizzatori – e quindi non possiamo fare progetti a lungo termine, ma in cantiere abbiamo un sacco di idee, iniziative ed eventi di arte, musica, cultura e tanto altro”.

Già il nome del nuovo centro culturale è esemplificativo. “Il termine cargo ha tre significati – spiegano Giuseppe e Carmelo Alesci, i fratelli che da quattro anni gestiscono il bar al piano terra -: carichi di cose e di idee (la grinta tipica dei giovani), traduzione di ufficio in spagnolo (gli uffici delle due associazioni sono al primo piano) e allusione al treno merci come chiaro riferimento alla stazione”. Un nome ‘carico’ che scivola addosso al luogo come se fosse fatto apposta per questo spazio, dove si respira aria di creatività fin dalle pareti, su cui trionfa un colorato murales realizzato dai writers di Vida Krei. A Ferrara serviva proprio questa boccata di aria fresca, ossigeno per il corpo e per la mente che magari fungerà anche da deterrente per la criminalità di quartiere.

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