Cronaca
22 Aprile 2015
Presidio davanti alla prefettura dopo i terribili accadimenti dei giorni scorsi nel Canale di Sicilia

“Due stragi annunciate, e responsabilità precise”

di Redazione | 2 min

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“Non li voglio chiamare migranti. Li voglio chiamare persone.” Cecilia Strada, figlia di Gino e attuale presidente di Emergency ha commentato così le tante reazioni istituzionali e non seguite ai terribili accadimenti dei giorni scorsi nel Canale di Sicilia. Come ha detto al megafono Raffaele Atti, segretario generale di Cgil Ferrara, durante il presidio di martedì pomeriggio davanti alla prefettura: “Due stragi annunciate. Stragi che hanno responsabilità precise: le scelte politiche, le leggi e i governi dell’Ue, compreso quello italiano che consegnano le persone in cerca di protezione nelle mani dei mercanti di morte.”

Il presidio di fronte all’ingresso della prefettura in via Ercole d’Este, alla presenza del vice sindaco Massimo Maisto e dell’assessore Chiara Sapigni, ha preceduto l’incontro dei rappresentanti delle 35 organizzazioni aderenti con il prefetto affinché, in quanto rappresentante del governo nella provincia, si faccia carico delle richieste dei tanti soggetti presenti.

All’appello hanno risposto presente tantissime realtà provenienti dall’associazionismo cittadino: dai sindacati come Cgil e Uil, associazioni di promozione sociale come Arci o il Centro interculturale Italo-Cinese, tante cooperative, ma anche partiti politici come il Partito Democratico, L’altra Emilia Romagna, Rifondazione Comunista e L’Atra Europa.

Ciò che si chiede a gran voce a Ferrara come a Roma, dove in contemporanea era in corso un identico presidio di fronte alle aule di Montecitorio, è la “riattivazione immediata di un programma di ricerca e salvataggio in tutta l’area del Mediterraneo”, parallela all’attivazione di un identico programma di respiro europeo. La delegazione richiede anche la sospensione del programma di Dublino (formalmente regolamento 2003/343/CE) di modo che “si consenta alle persone tratte in salvo di scegliere il Paese dove andare sostenendo economicamente con un fondo europeo ad hoc l’accoglienza in quei Paesi sulla base della distribuzione dei profughi”.

Queste richieste, tanto a Ferrara quanto nella capitale sono state portate nelle dovute sedi istituzionali affinché, come è stato detto dal megafono oggi pomeriggio in via Ercole d’Este “non si consenta a nessuno di perdere tempo e continuare a pronunciare parole vuote”. Parole che coinvolgono persone in carne ed ossa, ma che invece paiono solo ombre numeriche prive di dignità.

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