Cronaca
19 Marzo 2015
Le parole del vescovo ai contradaioli di San Luca nel primo incontro con Borghi e Rioni

Negri: “Il Palio è esperienza di vita”

di Redazione | 4 min

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(foto di Geppy Toglia)

(foto di Geppy Toglia)

“Ho voluto uscire dal perimetro, facendo quello che il papa ha chiesto alla Chiesa”. Con queste parole l’arcivescovo di Ferrara e Comacchio ha introdotto ieri sera il primo dei numerosi incontri che farà nelle prossime settimane con i contradaioli di Ferrara, soprattutto con i ragazzi.

“Per quello che ho percepito partecipando a due Palii e avendovi sentito per giorni e notti a battere sui tamburi – ha detto il vescovo – ho capito che il Palio non è soltanto un evento tradizionale, che si passa da una generazione all’altra, ma mi è sembrato sia una cosa viva, un’esperienza di vita, una strada di serietà. Sarebbe bello se come esperienza di vita fosse proposta anche a chi vi assiste. E’ una comunicazione di valori e mi pare, anche inaspettatamente, che per i giovani qui sia un impegno di preparazione, di costruzione (riferendosi alla contrada di San Luca ristrutturata dai contradaioli, perché poco più che un rudere quando consegnata dal Comune). Voi avete assunto la responsabilità, che va oltre il Palio, di creare una casa per chi fa il Palio che abbia la porta aperta verso l’esterno. Io sono quindi qui per conoscere come sono e come vivono i giovani del Palio”.

A fare gli onori di casa il presidente del Borgo San Luca, Vittorio Trabanelli, e quello dell’Ente Palio Alessandro Fortini.

Monsignor Negri ha poi raccontato un po’ di sé , degli anni dell’università, e ha chiesto ai ragazzi della contrada di raccontare cosa fanno e perché. A sciogliere il ghiaccio, dopo l’invito di Fortini a prendere la parola in maniera informale, è stato Federico, responsabile dei musici del Borgo San Luca. “Ogni giorno in Contrada ci sono tante cose da fare che ti assorbono appieno e la domenica del Palio è solo una di queste. Io sono entrato in questo ambiente a 12 anni e non sapevo fare niente, qua ho imparato a fare tante cose, anche il barman e a gestire il chiosco dei pinzini alla Giostra del Borgo… che pare una sciocchezza, ma è una responsabilità e un lavoro stressante. Ma io non posso che parlare bene del mio mondo, perché qua condivido tante cose, come in una famiglia e, onestamente, sono davvero fiero di farne parte”.

Fra gli altri interventi c’è stato anche un contradaiolo “non più giovane”, che – dopo aver ringraziato il vescovo Negri per l’attenzione dimostrata verso il Palio e il suo mondo – ha spiegato che la Contrada, fra le altre caratteristiche che presenta, è un ambiente nel quale le diverse generazioni si incontrano e imparano a parlare, dialogare e lavorare assieme, con uno scambio biunivoco di saperi ed entusiasmo.

A concludere il capitolo sulla contrada di San Luca, Giulia, chiarinista: “In Contrada ho trovato amicizie e rapporti che si sono costruiti nel tempo e che nel tempo si rafforzano. Devo molto a questo mondo perché permette di condividere emozioni, esperienze – come può essere una piazza per le gare o le serate di allenamento – e questa condivisione rende secondo la mia esperienza indissolubili i rapporti”.

“La mia preoccupazione adesso – ha commentato il vescovo – è voler vedere dilatarsi questa esperienza di vita presente, che state facendo nella Contrada , nel futuro – certo dandogli una forma più matura, adulta – come succede per l’amore, ma per voi davvero vorrei che questa bella strada che state percorrendo, anche se solo all’inizio, possa continuare secondo questi principi”. Negri ha poi introdotto una considerazione importante: “Voi ragazzi mi avete tutti parlato di “lavoro”, inteso come impegno. Io credo che la mancanza di lavoro sia un’offesa verso la natura dell’uomo e che imparare a lavorare sia la cosa più importante nella vita. Quando in futuro avrete un lavoro voi sarete già abituati all’impegno, novità assoluta per me a Ferrara, e fra 20 anni vi renderete conto che questa esperienza vi avrà insegnato a vivere: questa è una ricchezza per voi, ma anche per la comunità”.

Un ultima battuta il vescovo Negri l’ha spesa sulla cultura: “Il Palio non si ripete un anno dopo l’altro ma rivive un anno dopo l’altro, grazie al vostro amore per la cultura, che diventa preservazione, cura del passato per saper costruire il presente”. In chiusura ha esortato i ragazzi: “Continuate a fare in modo da conoscere la cultura e diffondetela: con la conoscenza dell’importanza del lavoro e della cultura sarete anche in grado di educare dei figli. Continuate così, state camminando su un percorso bellissimo, dalle grandi potenzialità per tutti voi e per la città di Ferrara”.

Questo il calendario dei prossimi incontri.

Martedì 31 Marzo h. 21 – Borgo San Giacomo – Via Ortigara, 14/a
Mercoledì 1 Aprile h. 21 – Rione Santo Spirito – Via Mortara, 98
Mercoledì 1 Aprile h. 21 – Corte Ducale – Via Mortara, 98
Mercoledì 1 Aprile h. 21 – Ente Palio – Via Mortara, 98
Sabato 11 Aprile h. 11 (messa – pranzo) – Borgo San Giovanni – Via del Melo, 105
Mercoledì 15 Aprile h. 21 – Rione San Benedetto – Corso Biagio Rossetti, 5
Venerdì 17 Aprile h. 21 – Rione Santa Maria in Vado – Via Cammello, 15
Lunedì 20 Aprile h. 21 – Rione San Paolo – Via Boccaleone, 19
Martedì 21 Aprile h. 21 – Borgo San Giorgio – Via Ravenna, 52

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