Si farà un nuovo bando per affidare la gestione della Caffetteria Schifanoia, non sarà subito ma solo dopo la conclusione dei lavori sul Palazzo che costringeranno il Comune a chiudere tutto l’immobile, bar compreso.
È quello che emerso durante l’incontro tra i rappresentanti del Comune e il gestore attuale, ultima tappa di un braccio di ferro che dura ormai da molti mesi e che ha visto anche il deciso intervento del sindaco Tiziano Tagliani.
Il Comune si è detto disponibile a prorogare la concessione fino all’inizio dei lavori purché l’attuale gestore, Simone Bavia, presenti garanzia per il pagamento dei canoni di affitto finora non saldati e per quelli futuri.
Da un post della pagina Facebook “Salviamo la Caffetteria Schifanoia”, gestita dallo stesso Bavia, si può desumere che l’ammontare della morosità sia sui 24mila euro (significa, grosso modo, che mancano gli affitti di oltre due annualità) per recuperare i quali Bavia chiede anche un aiuto con delle donazioni.
“Il Comune è disponibile a prolungare la concessione – spiega Giovanni Lenzerini, capo di Gabinetto del Comune – ma servono garanzie a breve sui debiti arretrati e sui pagamenti futuri, altrimenti rischiamo di incorrere nel danno erariale e, inoltre, non sarebbe corretto verso le altre attività che pagano regolarmente”.
A proposito di morosità, Lenzerini ribadisce che il Comune non ha richiesto il canone di affitto nei mesi in cui la Caffetteria è rimasta chiusa per via dei danni provocati dal terremoto e ha proposto una riduzione del 20% dei canoni di affitto per i messi successivi, da settembre-ottobre 2012 fino a scadenza della concessione, “anche se nel 2014 fortunatamente le visite al Museo sono riprese alla grande”.
In ogni caso la concessione verrà portata a scadenza naturale ad aprile (con possibilità di proroga nel caso ci fossero le condizioni), ma la nuova gara per la gestione non vedrà la luce prima dell’anno prossimo (e forse oltre) se tutto andrà bene: “Ci sono dei lavori da fare nel Palazzo che comporteranno la chiusura totale – spiega ancora Lenzerini -, non sarebbe corretto fare un bando per l’assegnazione per poi far entrare il nuovo gestore in tempi che neppure riusciamo a definire ora, tenendolo fermo per lungo tempo”.
Prima di arrivare ai lavori per l’adeguamento sismico e il restauro, infatti, mancano alcune tappe: le autorizzazioni, il progetto esecutivo, il bando di gara per l’assegnazione dell’appalto. “Se tutto va bene dovremmo riuscire a partire entro fine anno – spiega ancora il capo di Gabinetto – ma rimane l’incertezza sulla durata dei lavori, trattandosi di un edificio particolare non si sa mai cosa potrà succedere, magari si scoprono nuovi e bellissimi affreschi che, ovviamente, potrebbero comportare ritardi”.