Cronaca
19 Novembre 2014
Lenzerini: "Abbiamo provato a ridurre al minimo il canone, ma il gestore non ce la fa"

Il Comune: “Fatto tutto il possibile per la Caffetteria Schifanoia”

di Daniele Oppo | 3 min

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Foto dal profilo Facebook della Caffetteria Schifanoia

Foto dal profilo Facebook della Caffetteria Schifanoia

“Non è una questione di troppa burocrazia, il problema è che l’attuale gestore non riesce più a pagare il canone”. Giovanni Lenzerini, capo di Gabinetto del Comune di Ferrara chiarisce i motivi per cui la gestione della Caffetteria Ristoro Schifanoia, situata nel medesimo palazzo, passerà a breve di mano.

Una spiegazione, quella proveniente dal Comune, che contrasta ampiamente con quella offerta da uno dei dipendenti della caffetteria che qualche giorno fa aveva scritto un’accorata lettera in cui attaccava l’Amministrazione per la decisione del titolare di abbandonare la gestione (l’ultimo affidamento è del 2007) il cui contenuto è stato sostanzialmente confermato anche in un post pubblicato sulla pagina Facebook del bar, scritta – o almeno è quel che appare – in prima persona dal titolare.

Secondo il Comune, invece, nulla di tutto ciò. “Qualcuno ha detto che il canone per la gestione sia di 900 euro mensili – spiega Lenzerini – ma posso assicurare che non è vero, in realtà è molto inferiore, di base sono 680 euro. Abbiamo anche provato a rinnovarla abbassando il canone fino al limite massimo oltre il quale saremmo stati accusati di danno erariale pur di venire incontro al gestore, ma non ha accettato perché purtroppo non ce la fa. Abbiamo anche provato a trovare una soluzione insieme all’avvocato del Comune e il supporto di un avvocato dell’Ascom e l’avevamo anche trovata con uno sconto del 20% che avremmo applicato a partire dal settembre 2012, quando lui ci ha chiesto di riaprire dopo il terremoto, nonostante il museo fosse ancora chiuso, ma il gestore non ha accettato, più di così non potevamo fare: come amministrazione non possiamo non richiedere un affitto”.

Sui problemi legati all’interruzione dell’attività a causa dei danni subiti dallo storico palazzo a causa del sisma Lenzerini non si tira indietro e, anzi, rilancia: “È vero che possono esserci stati dei problemi dovuti al terremoto che ha giustificato ovviamente un calo delle affluenze, però il concessionario ci ha chiesto di poter riaprire prima che venisse riaperto al pubblico il museo e gli siamo venuti incontro. Ovviamente dal maggio fino alla riapertura non abbiamo chiesto il canone dato che non ha potuto esercitare l’attività. Peraltro, lo stesso museo, anche se sono aperte solo due sale, arriverà a quota 45mila visitatori entro la fine dell’anno, è un numero di cui siamo molto soddisfatti perché significa che ha ripreso a tirare più o meno come prima. I problemi – osserva – forse sono anche altri, non solo quelli dovuti al sisma”.

Al momento, comunque, la polemica sembra essere rimasta solo nel mondo virtuale: “A meno che non sia arrivata oggi – rivela Lenzerini – non ho ancora visto una lettera di recesso dalla gestione. Quando e se arriverà ci attiveremo per avviare le procedure di affidamento, ovviamente compatibilmente con il progetto di ristrutturazione del palazzo”.

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