Economia e Lavoro
23 Gennaio 2015
Nel ferrarese l'agitazione è per 50-60 lavoratori, La società ha fatto richiesta di "concordato in bianco"

Apprensione per i lavoratori del Mercatone Uno

di Redazione | 3 min

mercatone uno rinnovoMercatone Business, azienda storica della distribuzione organizzata del mobile, complementi di arredo e casalinghi, che conta 79 punti vendita in tutta Italia con circa 3500 dipendenti, ha presentato istanza di concordato preventivo “in bianco” e ne ha dato informazione alle organizzazioni sindacali attraverso l’invio del comunicato stampa diffuso a tutti gli organi di informazione.

La notizia ha messo in allarme i sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil che hanno proclamato lo stato di agitazione “a sostegno delle giuste istanze dei dipendenti del Gruppo Mercatone Business”, riservandosi di promuovere ogni eventuale iniziativa di mobilitazione.

Nel ferrarese l’agitazione è per 50-60 lavoratori impiegati nelle attività di Mercatone nelle sedi di Ferrara, Bosco Mesola e San Giuseppe, un’ulteriore notizia negativa dopo la chiusura del Tre Stelle che faceva parte sempre della stessa società. “Il concordato in bianco – spiega Luca Benfenati, segretario della Fisascat-Cisl di Ferrara – viene presentato in attesa di presentare il piano di ricostruzione evidentemente mirato a trovare eventuali acquirenti. Ora ci sarà tempo 60 giorni (più eventuali altri 60) per presentare il piano e altri 30 giorni potrebbero essere concessi dal giudice se valuta l’ipotesi presentata fattibile”.

“Purtroppo la notizia non ci ha sorpreso, poiché avevamo già compreso negli ultimi mesi che la situazione aziendale stava rapidamente degenerando – scrivono in una nota i sindacati confederali nazionali -. Negli ultimi tre anni abbiamo sottoscritto accordi sindacali per l’utilizzo dei Contratti di Solidarietà, che dovevano avere lo scopo di consentire un processo di riorganizzazione dei punti vendita, tale da rilanciare l’azienda e renderla competitiva e contenere, al contempo, il costo del lavoro per salvaguardare l’occupazione. L’immobilismo, la mancanza di iniziativa anche sul piano commerciale hanno invece caratterizzato l’andamento degli ultimi tre anni, contribuendo ad aggravare gli inevitabili effetti della crisi economica. A nulla, quindi, sono serviti i sacrifici che lavoratrici e lavoratori (che in molti casi lavorano in Mercatone Business da 15/20 anni ed oltre) hanno fatto negli ultimi anni”.

“Ora, a fronte dell’ultima grave notizia – proseguono le organizzazioni sindacali – non abbiamo avuto informazione alcuna circa le ricadute che l’istanza di concordato preventivo potrà avere sui dipendenti di Mercatone Business e non abbiamo alcuna informazione sul piano industriale che dovrà necessariamente essere presentato al Tribunale di Bologna. Vi sono inoltre da affrontare le immediate ricadute su lavoratrici e lavoratori, ad esempio il pagamento della Cigs per i lavoratori dei punti vendita Tre Stelle e Mercatone Business chiusi solo alcuni mesi fa, il pagamento della solidarietà per tutti gli altri lavoratori. È’ per questo che riteniamo necessaria l’apertura di un tavolo sia con l’azienda che con le massime istituzioni, a cui chiederemo di farsi garanti della salvaguardia di lavoratrici e lavoratori. I massimi vertici aziendali, le istituzioni, i commissari nominati dal tribunale – conclude la nota – non potranno prescindere dal diritto dei lavoratori ad essere rappresentati e tutelati”.

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