Cronaca
23 Settembre 2014
Il nuovo comandante dei VVF si presenta alla città

Andriotto: “Siamo uomini, non angeli”

di Redazione | 3 min

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Ermanno Andriotto

Ermanno Andriotto

E’ arrivato in città da poco il nuovo comandante dei Vigili del Fuoco Ermanno Andriotto, ancora non ha avuto il tempo necessario per girare per il territorio e conoscere la sua nuova realtà. Anche perché “il nostro è un lavoro a tutto tondo, di tempo ce n’è veramente pochissimo”, sorride quasi a giustificarsi il nuovo numero uno di Via Verga. In divisa da ‘intervento’, l’ingegnere, classe ’61, ci concede qualche minuto giusto tra una riunione operativa e l’altra con il nuovo gruppo di lavoro. Andriotto ha assunto il comando provinciale di Ferrara da una settimana esatta, dopo aver saluto colleghi e amici in quel di Cuneo. Prima ha operato a Vicenza e a Rovigo, la cui provincia gli ha dato i natali.

“Ferrara non la conoscevo bene – si racconta Andriotto -, sono originario di Adria ed essendo i comandi del nostro corpo suddivisi per regione, non ho mai avuto modo di lavorare in questa zona. Ho visitato un po’ la città in occasione di qualche gita, in passato: qualche passeggiata in centro, con mia moglie, ma a dire il vero: nulla di più. Ho sentito dire che è la Città delle Biciclette; anche Cuneo aveva numeri importanti quanto alle due ruote; mi ha sempre molto impressionato il rispetto dei ciclisti piemontesi per il codice della strada, un rigore davvero notevole”.

Difficile immaginare che conserverà la stessa impressione dei ciclisti ferraresi, ma intanto dalla nuova esperienza di lavoro che cosa si aspetta il comandante Andriotto? “Non ho aspettative particolari, se non di tentare di far crescere la realtà in cui mi trovo. Da un punto di vista personale non è sempre semplice affrontare il cambiamento di città, che equivale ad un cambio di vita, di abitudini, di rapporti relazionali. Dal punto di vista professionale il cambiamento è importante: crea nuovi stimoli, nuove motivazioni. Il gruppo di cui si dispone qui è un buon gruppo e penso che ci siano i presupposti per lavorare bene”.

Ferrara, dopo il sisma del 2012, ha “eletto” i Vigili del Fuoco a corpo più benvoluto, tanto da attribuirvi il soprannome di “angeli del terremoto”, il nuovo comandante che ne pensa di questa affermazione? “E’ un’affermazione molto forte, che va a confermare una mia teoria, nonché il mio modus operandi. Essere Vigili del Fuoco non è indossare una divisa, è essere preparati al meglio, per poter dare il massimo in ogni situazione”.

Andriotto lo dice guardandosi indietro, si suoi 25 anni di servizio, durante i quali “mi è capitato di affrontare le emergenze più disparate, come è normale che sia in questa professione: per essere sempre all’altezza delle aspettative il lavoro deve essere costante: non è facile. L’addestramento è indispensabile, per quanto concerne la parte pratica, ma anche tanto sacrificio, umiltà. Non vorrei incorrere in paragoni ingiusti con altre forze dell’ordine, che magari, nell’immaginario collettivo, non godono della stessa simpatia della quale godono i Vigili del Fuoco. Ognuno svolge il proprio compito. Noi siamo uomini, come tutti. Credo che sia necessario guadagnarsi il titolo di angeli, non è sufficiente indossare questa divisa per ricevere ali e aureola: ci sarà tanto lavoro da fare per guadagnarseli”.

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