Copparo
9 Settembre 2014
Convegno a Copparo per ricordare il giovane deceduto in un tragico incidente stradale nel 2005

Marco Coletta, una morte che può salvare altre vite

di Redazione | 4 min

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imagedi Valentina Finotti

Copparo. Marco Coletta, nove anni da quel tragico incidente avvenuto il 9 settembre del 2005, una vittima delle strade, un giovane ragazzo di 22 anni che ha perso la vita ingiustamente. È proprio da questo che parte il convegno “La strada per andare lontano” organizzato da Antonella Finotti, madre di Marco, giornata per ricordare il figlio ma, come dice Finotti, anche “un modo per far si che Marco non sia morto invano e una giornata per diffondere a tutti che sulla strada ci vuole prudenza ma a volte non basta perché oltre a questo è indispensabile che le strade siano in sicurezza”.

“Spero che questa giornata sia un inizio per migliorare la situazione e per far si che le famiglie non soffrano più per la morte di un figlio. Un modo per far capire alla comunità e alle istituzioni che non si può morire come mio figlio – dichiara la donna –, annegando in un canale che costeggia la strada, in un tratto in cui non era presente il guardrail che è stato messo solo in un secondo momento. Una morte che poteva essere evitata e per questo che voglio lottare e riscattare la morte di Marco. Un convegno – prosegue Finotti – che serve da riscatto anche nei confronti delle autorità del tribunale a cui noi ci siamo rivolti per avere giustizia e da cui invece siamo usciti giustiziati. Marco ci credeva nella giustizia, studiava infatti giurisprudenza, e invece la giustizia non ha creduto in mio figlio. Voglio riscattare la sua vita per poter così dire che dalle macerie nasce un fiore”.

“Tematiche complicate da affrontare quelle di oggi – spiega il sindaco di Copparo Nicola Rossi – soprattutto se si parla di una tragedia come quella della famiglia Coletta. Marco purtroppo è solo una delle vittime della strada della comunità copparese e non solo e per questo bisogna lottare per rimettere in sicurezza le strade. Non basta dire che non c’è il denaro fare questo, ma bisogna assumersi le proprie responsabilità e cercare di impattare il problema perché perdere un giovane è come perdere un pezzo di futuro e questo non è possibile. Oggi vogliamo ricordare Marco attraverso questo incontro e non un concerto o altre cose perché solo così possiamo sensibilizzare i cittadini e avere un punto di partenza per cominciare a risolvere il problema della sicurezza”. Come dice don Massimo Manservigi, “questo convegno deve essere utile per capire che una vita ha sempre senso e quella di Marco serve per dare un messaggio molto importante, la sua vita ha uno scopo ben preciso, quello di salvare vite umane”.

“Numeri agghiaccianti quelli delle vittime nazionali – spiega il prefetto di Ferrara Michele Tortora – perché anche se negli anni c’è stato un miglioramento nel 2013 i decessi nel territorio italiano sono ancora troppi. È per questo che è indispensabile una sinergia tra istituzioni e cittadini. Ferrara è la provincia con il numero di incidenti maggiori con 35 morti solo nel 2013 e anche per questo c’è bisogno di lavorare. Bisogna usare al meglio le risorse economiche, spendere dove c’è veramente bisogno”. “La strada per andare lontano”, non solo le istituzioni unite per questo obbiettivo ma anche associazioni arrivate da tutto il territorio italiano per portare un messaggio ben preciso, quello di salvare le vite umane grazie alla prevenzione e alla sicurezza stradale. Come dice Giuseppe Radoanu dell’associazione vittime della strada di San Mauro Pascoli, “non c’è solo la parte che riguarda l’incidente ma è molto importante ciò che viene dopo ovvero sensibilizzare le persone e soprattutto andare nelle scuole con esempi concreti che tocchino gli animi degli studenti come le testimonianze di ragazzi disabili a causa di un incidente. È proprio questo il nostro compito. Il messaggio deve essere dato dagli stessi ragazzi e non da un insegnante o un adulto. Bisogna partire da questo per migliorare la situazione in Italia che è tra le peggiori d’Europa”.

“Una situazione negativa quella dell’Italia – sottolinea Marco Guidarini dell’associazione motociclisti incolumi di Chianciano Terme -, non solo per la mancanza di guardreil come nel caso dell’incidente di Marco, ma anche perché quando ci sono non sono a norma e questo costituisce un grande pericolo per coloro che ci sbattono contro”. Motociclisti automobilisti ma anche pedoni sono le vittime della strada. “Ogni giorno sono tantissimi quelli che muoiono – afferma Vito de Russis dell’associazione Diritti dei pedoni di Roma – e precisamente 4mila, cioè 10 al giorno. Morti senza dignità che non dovrebbero esistere”. Anche Antonio Antico, il vice presidente dell’associazione “Alla conquista della vita” ha voluto dare il suo contributo sottolineando l’aspetto della sensibilizzazione nelle scuole. Record negativo è anche quello che riguarda la lotta delle famiglie che hanno perso i figli in incidenti infatti come hanno dichiarato Eleonora Baldi e Chiara Campi, i legali della famiglia Coletta, “la famiglia di Marco è la prima in Italia che ha presentato ricorso alla Corte europea per chiedere l’adeguamento delle norme europee anche in territorio nazionale.
“Una giornata – conclude Antonella Finotti -che deve essere solo l’inizio di una serie di iniziative per avere una svolta e un ulteriore ribasso dei numeri di vittime delle strade”.

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