Cronaca
25 Agosto 2014
Giubelli: "Occorre fare distinzioni e lavorare sull'esecuzione delle sentenze. No all'assunzione di magistrati pensionati"

Riforma della giustizia? “Ferrara è diversa da una metropoli”

di Ruggero Veronese | 4 min

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giubelliLa riforma della giustizia proposta dal ministro Andrea Orlando? “In  queste ultime settimane si è letto tutto e il contrario di tutto. Ho visto varie proposte, ma a essere sinceri è ancora difficile capire quella del governo”. È ancora complicato, secondo il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Ferrara Piero Giubelli, dare un giudizio sulla riforma della giustizia che il premier Mattero Renzi vorrebbe inserire – almeno per quanto riguarda il processo civile – nel decreto “Sblocca Italia”, che verrà discusso alla Camera il 29 agosto.

L’intenzione dichiarata del presidente del consiglio è quella di ‘attaccare’ tutto il carico di processi civili pendenti nei tribunali italiani (oltre 5,2 milioni in Italia), in particolare per quanto riguarda le controversie per i mancati pagamenti alle imprese da parte delle pubbliche amministrazioni. Un proposito su cui concorda anche Giubelli, che non risparmia però alcune critiche alle modalità con cui la riforma – almeno da quanto traspare dalle linee guida ministeriali – sarà strutturata.

“Ritengo che una riforma della giustizia sia positiva e ben vengano alcuni provvedimenti pratici in ambito civile per velocizzare i processi – afferma il presidente dell’ordine degli avvocati -. Ci sono problemi di ordine generale che vanno risolti, anche di natura processuale, ma occorrerebbe anche fare delle distinzioni tra le diverse realtà che ci sono in Italia: il problema dei processi pendenti a Napoli non si verifica allo stesso modo a Ferrara, dove occorrerebbe più che altro potenziare alcuni uffici, cosa che non sempre viene fatta”. La considerazione di Giubelli si poggia anche sui dati pubblicati nei giorni scorsi dal Sole 24 Ore, che mettono il tribunale di Ferrara al 91° e ultimo posto per quanto riguarda i processi civili pendenti: solo 30,6 ogni mille abitanti, di fronte a una media nazionale di 45,3. Ma anche negli altri ambiti il tribunale di Ferrara resta nelle parti ‘nobili’ della classifica: 79° nelle cause totali (50,8 ogni mille abitanti contro la media nazionale di 70,9), 76° nelle liti fiscali (1,6 ogni mille abitanti contro i 3,6 in Italia) e 74° nei processi penali, che coinvolgono 18,5 persone su mille contro le 22,2 della media nazionale. Se si vuole migliorare la giustizia ferrarese, insomma, l’obiettivo deve essere più mirato.

“Quello che non mi tranquillizza – afferma Giubelli – è che a Ferrara abbiamo un carico di arretrati quasi inesistente, quindi non ci sono grossi problemi in quel senso. Quello su cui bisognerebbe lavorare è la possibilità di dare esecuzione alla sentenza: in tribunale assistiamo a parecchi processi completamente inutili, con parti senza nulla da perdere e che anche in caso di condanna non potranno mai pagare risarcimenti o spese legali. Addirittura nelle esecuzioni immobiliari ci sono case che restano invendute anche dopo lo svolgimento delle aste giudiziarie, e quindi debitori – anche di somme importanti – che restano impuniti. Questo è un aspetto fondamentale su cui intervenire non solo per quanto riguarda la giustizia, ma anche per rendere nuovamente credibile un mercato ora in crisi”.

Altro aspetto della riforma su cui Giubelli non risparmia critiche è l’ipotesi di ‘arruolare’ giudici per smaltire le cause arretrate direttamente tra gli  ex magistrati in pensione. “Sono contrarissimo a questa idea – è il giudizio dell’avvocato ferrarese -: dare un lavoro retribuito a persone che già vivono con pensioni importanti è sbagliato. Si dovrebbero affidare questi incarichi, anche tramite una serie di affiancamenti, ai giovani avvocati, che nel frattempo possono sospendersi per un paio di anni dall’albo professionale. Sarebbe un vantaggio anche per quanto riguarda la loro preparazione, visto che sono più aggiornati dei magistrati in pensione”.

L’ultima critica di Giubelli riguarda le intenzioni di Renzi e Orlando di ridurre i ricorsi in appello e Cassazione e di dare un ruolo più decisivo al primo grado di giudizio (per esempio rendendo più difficile l’acquisizione di nuovo materiale probatorio dopo la prima sentenza). “Trovo molto grave il fatto che si trovino strumenti per ridurre i gradi di giudizio – commenta Giubelli -. Con una giustizia strutturata come la nostra, pensare di limitare i ricorsi vuol dire avere troppa fiducia nel giudici di primo grado. Se avessero un carico di lavoro più modesto sarebbe un conto, ma in queste condizioni non è ipotizzabile”.

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