Hanno percorso tutta la Karakorum Highway e sono arrivati a Islamabad, nel cuore dell’islamismo più radicale. Tra circa 400 chilometri usciranno dal Pakistan per entrare in India. E’ l’aggiornamente del diario di viaggio di Mirco Gadda e della compagna Francesca Venturi, impegnati nella spedizione Ferrara-Pechino a bordo del loro Land Rover Defender.
Un’avventura di 30mila chilometri con la quale la coppia, anche quest’anno, porta in giro per il mondo il nome di Ferrara, documentando il tutto con la telecamera del videomaker Gadda, che al ritorno monterà tutto il “girato” trasformandolo in un videodocumentario. Dunque, dopo circa 800 chilometri sulla Karakorum Highway, fatti di tornanti sulla catena Himalayana, che ha comportato anche l’attraversata su un barcone del lago formato da una colossale frana nel 2010, Mirco Gadda e Francesca Venturi hanno raggiunto il Pakistan, restando inizialmente piacevolmente colpiti dall’apertura e disponibilità della popolazione.
“Ma quello – scrive Gadda nel blog della spedizione – era il Pakistan del Nord. Km dopo km le cose lentamente cambiano. I toni più aggressivi, i visi più cupi e persino i bambini, che di solito sono attratti dalla macchina piena di adesivi, al nostro passaggio regolarmente ci puntano pistole giocattolo contro. Il Pakistan di pianura fa paura”.
In questa lunga avventura gli inconvenienti non mancano, dunque, come quello che ha dovuto affrontare alcuni giorni fa Mirco Gadda a causa del drone che avrebbe voluto utilizzare per catturare immagini spettacolari dall’alto. Come riportato da Estense.com, quel drone ha causato problemi al confine tra Ucraina e Russia con le autorità locali, anche se, come precisa Gadda, il drone non è stato fatto “svolazzare” sui cieli della frontiera, ma è riomasto imballato e chiuso in auto.
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