
Alex Di Domenico, il direttore di Coldiretti Ferrara Luigi Zepponi e Mosè Padoan
L’agricoltura è la nuova frontiera per fare impresa in Emilia Romagna. Lo afferma Coldiretti regionale sottolineando che tra il 2011 e il 2013 nelle campagne emiliano romagnole hanno aperto i battenti 600 nuove imprese al ritmo di 200 l’anno. La tendenza ad orientarsi verso attività legate al verde e al cibo è confermata anche dalle iscrizioni scolastiche, che nelle iscrizioni al primo anno delle superiori per il 2014 ha visto un giovane su cinque optare per scuole legate ad agricoltura, enogastronomia e ospitalità alberghiera.
Nelle campagna italiane la green economy apre nuove opportunità che i giovani scelgono per fare impresa. Ed è proprio a questi giovani che si rivolge “Oscar Green”, il premio per l’innovazione in agricoltura promosso da Coldiretti Giovani Impresa, con l’alto Patronato del Presidente della Repubblica e della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, arrivato quest’anno all’ottava edizione per premiare le aziende capaci di conquistare il mercato con idee e prodotti innovativi.
Si va dal giovane produttore che a mille metri di altezza, sull’Appennino piacentino, contribuisce a salvaguardare un paese disabitato, all’agricoltore che sulle colline forlivese ha salvato antichi vigneti dall’espianto per fare un vino che viaggia online; dal produttore reggiano che in Svizzera, invece di capitali, esporta angurie di alta qualità, al produttore di vongole veraci dei lidi ferraresi che commercializza con una filiera cortissima; dall’allevatore modenese che ha ripreso la produzione di yogurt e caciotte che amava negli anni dell’infanzia, al coltivatore della bassa ferrarese che è tornato ad allagare i terreni prosciugati dalla palude per fare allevamento di pesce.
La molteplicità delle idee innovative ha costretto i promotori di Oscar Green a prevedere due menzioni speciali. La prima per un’azienda che nel ravennate applica l’”agricoltura sinergica” nel rispetto dell’ambiente e di un sistema naturale di fare agricoltura e la seconda per un allevamento in provincia di Bologna con prodotti innovativi ottenuti da latte di capre e pecore.
La cerimonia di premiazione si è svolta presso l’Agriturismo La Baccelliera, a Modena, alla presenza del presidente dell’Unione regionale delle Camere di Commercio dell’Emilia Romagna, Maurizio Torreggiani, del neo-sindaco di Modena, Gian Carlo Muzzarelli, delle delegate nazionali e regionale di Coldiretti Giovani Impresa, Maria Letizia Gardoni e Valentina Bosco, del presidente e del direttore di Coldiretti Emilia Romagna, Mauro Tonello e Marco Allaria Olivieri, sotto la guida di Lisa Bellocchi, presidente dell’associazione interregionale dei giornalisti agroalimentari di Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria e Repubblica di San Marino.
Sono state premiate, nelle diverse categorie, le aziende: “Diavoletto” di Maximilian Girardi di Rocca san Casciano (FC), Francesco Chinosi di Farini (PC), Matteo Zarantonello di Novellara (RE), Cooperativa “La Vela” di Mosé Padoan di Comacchio (FE), “La Costa” di Dante Corradini di Prignano sulla Secchia (MO), “Val testa” di Alex Di Domenico di Argenta (FE). Mentre le menzioni speciali sono andate a Michele Rosetti di Castiglione di Ravenna e all’azienda” Valbona” di Roberto Maccaferri di Sant’Agata bolognese. Insieme con le aziende vincitrici, che accedono alla fase finale nazionale che si svolgerà in autunno è stato premiato l’archivio di Stato di Parma per la sua mostra storico-documentaria su “Giuseppe Verdi proprietario e politico” che dall’8 novembre 2013 al 24 aprile 2014, nell’ambito delle celebrazioni del bicentenario verdiano, ha documentato l’intensa attività di agricoltore del grande compositore.
“Va dove ti porta il cuore” è stato il motto di Mosé Padoan, giovane agricoltore di Comacchio, nel ferrrese. All’agricoltura tradizionale fatta di coltivazioni di cereali, bietole e ortaggi, ha aggiunto una licenza di pesca all’anguilla, regina incontrastata dei pesci di valle, e la produzione e vendita di vongole veraci. Con due amici ha fondato la Cooperativa “La Vela”, che ha la concessione di circa 1,5 ettari di acqua presso il Lido di Spina. Le vongole inizialmente venivano vendute all’ingrosso, con poco profitto per la cooperativa che aveva alti costi e poca resa. E’ così che Mosé e i soci si sono orientati verso la vendita diretta. La Vela partecipa a diversi mercati di Campagna Amica e le vongole veraci arrivano sempre vive e freschissime, grazie ad una filiera cortissima e trasparente in modo che i molluschi appena pescati vengano trasferiti allo stabulario dove rimarranno per due giorni e poi messe in sacchetti di rete da 1 kg e marchiate con il logo della cooperativa. Il giorno successivo sono già nel banco frigo pronte per il consumatore. E’ stata questa la scelta che ha consentito di ritagliarsi uno spazio di assoluto rilievo nello scenario ittico ferrarese dove la cooperativa incarna il coraggio delle scelte imprenditoriali, l’amore per il territorio e i suoi prodotti, la filiera corta e la tracciabilità garantita. Il tutto “mettendoci la faccia”, in questo caso la faccia di un giovane ragazzo che ha voluto seguire un sogno e l’ha trasformato in impresa.
Una volta il territorio paludoso era una maledizione, per questo nella bassa ferrarese è stato bonificato, strappando alle acque terreni divenuti poi particolarmente vocati per la coltivazioni di ortaggi, dal pomodoro da industria ai cocomeri, dai meloni alle zucche e agli asparagi. Tutte produzioni che vengono ancora coltivate nell’azienda “Val Testa”,insieme con altre produzioni ortofrutticole come pere, mele, albicocche, cocomeri, meloni, zucche, comprese quelle di Halloween, ed ortaggi invernali di secondo raccolto come finocchi, radicchio e cavolo. Il giovane Alex Di Domenico ha però deciso di “riconsegnare” parte della sua azienda alla palude, allagando di nuovo tre ettari di terreno. E’ stato così ricreato quell’ambiente vallivo tipico dell’ inizio del secolo scorso. I canneti lasciati liberi di crescere spontaneamente rendono i bacini un’oasi naturale all’interno dell’azienda, luogo dove diverse tipologie di uccelli, sia stanziali che migratori, come aironi, garzette, germani reali, gallinelle d’acqua e folaghe trovano il loro ambiente ideale per nidificare e crescere. Vecchi capanni di caccia utilizzati nel lontano passato ora permettono ai clienti, che vengono per acquistare i prodotti, di poter osservare la fauna locale. L’azienda, come fattoria didattica, ospita sempre più di frequente scolaresche che chiedono proprio questo contatto con l’ambiente. I bacini d’acqua sono diventati anche luogo di allevamento di pesci autoctoni, come l’anguilla e il pesce gatto. Il pescato viene venduto a centri di pesca sportiva e a diversi agriturismi che stanno riproponendo con enorme successo i sapori e le tradizioni gastronomiche a base di pesce di valle.
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