Cronaca
27 Febbraio 2014
“È compito dello Stato essere rigoroso con se stesso”

Aldrovandi. La lettera di Patrizia Moretti a Renzi

di Marco Zavagli | 2 min

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patrizia-moretti-1-420x315“Mi scusi Presidente”. Sembra l’ultimo grido di dolore di Giorgio Gaber per un’Italia in cui non si riconosceva più. È invece l’ultimo appello appello di Patrizia Moretti in uno Stato in cui stenta a riconoscersi. Quello Stato “di cui dovremmo essere orgogliosi” e che invece non ritiene ‘disonorevole’ quanto avvenuto a suo figlio Federico Aldrovandi.

L’appello è diretto tramite una lettera pubblicata sulla neonata pagina facebook “People for #vialadivisa” ed è indirizzata al presidente del consiglio Matteo Renzi.

“Davvero coloro che hanno causato la morte di mio figlio Federico – è l’inizio della missiva -, continuando a colpirlo e schiacciarlo anche quando del tutto inerme gridava aiuto e basta, non hanno disonorato la divisa che indossavano? Davvero la discrezionalità del corpo di Polizia può consentire che quei quattro agenti, a fronte di tanti comportamenti giudicati disonorevoli dai magistrati e dagli stessi vertici di polizia, continuino onorevolmente ad indossare la divisa dello stato? Davvero questo è lo Stato di cui dovremmo essere orgogliosi?”.

Al termine della raffica di domande la madre si rivolge a Renzi: “Mi scusi Presidente ma io credo che, quando si tratta di diritto alla vita, sia un nostro diritto ma anche un dovere essere rigorosi.
Perché è la base della civiltà: questo è ciò che la morte di mio figlio mi ha aiutato a capire, nel profondo. E credo che ogni genitore sia ben in grado di capirlo”.

“Abbiamo affidato la tutela dei nostri diritti allo Stato – fa presente Patrizia Moretti -: se e quando lo Stato tradisce questo compito, con grave colpa, come nel caso della morte di mio figlio, credo sia compito dello Stato essere fino in fondo rigoroso con se stesso”.

“Le pongo quelle domande da questa pagina – conclude – nata per iniziativa di giovani italiani “migranti” all’estero. Alcuni per scelta molti per necessità. Dovunque siano non smettono di guardarci, anche con gli occhi dei loro nuovi amici in queste foto da tutto il mondo. Aspettiamo tutti una sua risposta. Grazie”.

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