Ferrara attiva le misure antismog
Ferrara si prepara a due giorni di limitazioni straordinarie alla circolazione e alle attività agricole e domestiche giovedì 4 e venerdì 5 dicembre
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La procura di Ferrara ha chiuso le indagini preliminari sul buco lasciato dall’ex broker Raffaele Mazzoni e a un anno esatto dalla sua fuga, ha notificato al 53enne di Jolanda di Savoia l’avviso previsto dall’art. 415 bis del codice di procedura penale.
Scomparve nel nulla esattamente un anno fa il promotore finanziario che ha lascito nella disperazione centinaia di persone, suoi clienti con rispettive famiglie che temono di aver perduto per sempre i propri risparmi. “Sono vittima di minacce arrivate per telefono e attraverso messaggi, temo per mia moglie e per mio figlio” fece sapere dal luogo in cui si nascondeva, promettendo allora che avrebbe chiarito la propria situazione “mettendosi a disposizione – riportarono i suoi legali in una nota – dei suoi clienti e dell’autorità giudiziaria per spiegare la propria condotta”.
E nei mesi successivi di incontri con gli inquirenti Mazzoni ne ha avuti diversi, per cercare di ricostruire assieme ai finanzieri quanto successo.
Era uno dei promotori finanziari storici Raffaele Mazzoni. Lavorava per Banca Mediolanum da oltre vent’anni. Ed è stato proprio attraverso una indagine interna, una procedura che viene attivata per controlli periodici di routine, che vennero alla luce irregolarità nel suo operato. Un controllo che portò immediatamente alla revoca del suo mandato.
Nel frattempo, grazie a una cerchia di contatti impressionante, che gli garantiva un portafoglio clienti di 1500 posizioni, Mazzoni aveva costruito un castello di denaro che negli anni, dopo una serie di investimenti sbagliati, gli è crollato addosso. Le denunce a suo carico parlano di assegni consegnati in bianco dai clienti, certificati di pagamento falsificati e altro ancora che gli serviva per tamponare le richieste di rientro dei clienti che si erano ritrovati senza copertura degli investimenti fatti o che vantavano il pagamento degli interessi promessi.
Di questi sono 160 i clienti che si ritrovano parti offese nel procedimento penale (i versamenti vanno dai 10mila ai 300mila euro), per un buco di circa 11 milioni e mezzo di euro. Per questi motivi il pm Nicola Proto contesta al broker i reati di truffa, falso e violazione delle norme professionali del promotore finanziario. Cade invece la prima ipotesi di reato, quella dell’appropriazione indebita.
Ora Mazzoni ha facoltà, entro venti giorni, di presentare memorie e documenti, o chiedere di essere interrogato. Dal momento che il 53enne è già stato sentito in più occasioni dagli inquirenti e ha già portato in procura qualcosa come 14 faldoni di documentazione, il prossimo passo dovrebbe essere la fissazione dell’udienza preliminare.
Sono iniziate intanto le transazioni tra clienti truffati e Banca Mediolanum, per ocnsentire di rientrare in tutto o in parte delle somme versate.
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