Cronaca
8 Febbraio 2014
Rinaldi: "Prenderci cura delle persone rende la nostra azienda una grande azienda"

Cona, Stanza dei Culti e del Silenzio per tutte le religioni

di Redazione | 3 min

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di Elisa Fornasini

Cos’hanno in comune protestanti, ortodossi, ebrei, musulmani, buddhisti, sikh e atei? Apparentemente niente, ma all’ospedale Sant’Anna di Cona hanno in comune la Stanza dei Culti e del Silenzio, situata al primo piano del settore 1, accanto alla Cappella. Così la Chiesa Cattolica si affianca ad altre religioni e credenze per garantire indistintamente a tutti il diritto alla libertà di esprimere la propria religiosità e le proprie convinzioni e a ricevere assistenza spirituale e morale. Si tratta quindi di uno spazio destinato a credenti e non credenti e aperto a tutti (pazienti, familiari, amici, personale ospedaliero) per “pregare, elaborare sofferenza e dolore, pensare, raccogliersi, rigenerarsi o per partecipare a incontri e seminari”.

In questo locale dedicato alla libertà di culto e di pensiero si sono riuniti ieri, venerdì 7 febbraio, il direttore Generale dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Ferrara Gabriele Rinaldi, l’assessore comunale alla Sanità e Servizi alla Persona Chiara Sapigni, i Ministri di Culto e gli studenti della quinta A del liceo artistico Dosso Dossi accompagnati dai dirigenti scolastici Fabio Muzi e Gabriella Soavi. L’occasione era quella di celebrare il primo anniversario della sottoscrizione del protocollo d’intesa tra l’Azienda Ospedaliera e i Ministri delle comunità religiose, non religiose e fedi viventi. Le comunità che hanno sottoscritto il protocollo sono: chiesa cristiana evangelica di Ferrara, chiesa evangelica Battista, chiesa evangelica valdese, chiesa cristiana avventista del settimo giorno, unione degli atei e degli agnostici razionalisti, Church of God, chiesa crisitana evangelica, centro di cultura islamica di Ferrara provincia, chiesa ortodossa rumena, comunità ebraica di Ferrara, centro studi Cenresig associato all’unione buddhista italiana, istituo buddista italiano Soka Gakkai, associazione gurdwara e tempio sikh, missione the Gideons international italiana.

“L’amministrazione comunale mostra vicinanza all’ospedale e alle diverse realtà che hanno firmato il protocollo l’anno scorso e che lo rinnovano quest’anno – dichiara Sapigni – per questo abbiamo donato alcuni mobili per rendere la stanza vivibile, calda e accogliente”. Oltre alla presentazione della stanza completa di arredamento, è stata presentata anche l’opera pittorica vincitrice del concorso per la decorazione della porta di ingresso della stanza. A vincere è stata Diana Bianchi che ha presentato il significato della sua opera: “Il deserto rappresenta le difficoltà che si possono incontrare nella vita, specialmente in un luogo come l’ospedale. La goccia simboleggia invece la speranza che non deve mai mancare, dalla speranza nascono le foglie che rappresentano la spinta che ci fa sempre andare avanti”.

Il significato profondo dell’opera, ovvero l’auspicio di fioritura della speranza, è stato fortemente apprezzato da Rinaldi che ha deciso di esporre tutte le 18 opere realizzate per il concorso all’interno della sala. “Sono fiero dei ragazzi che hanno collaborato al progetto e auspico che decoreranno molti corridoi dell’ospedale – strizza l’occhio a Muzi – perché i sentimenti che hanno determinato queste immagini servono anche per stimolare una riflessione”. La riflessione del direttore generale ruota tutta intorno al fatto che essere rispettosi delle diverse realtà, credenti o meno, è un valore dell’ospedale: “Il nostro compito è quello di curare le persone e il fatto di prendercene cura rende la nostra azienda una grande azienda”.

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