Favole e numeri, Marattin contro “il produttore di auto” Mosler
L’assessore: “È un problema se centinaia di ferraresi credono che il debito pubblico non esista”
Nel giugno scorso il confronto era stato quasi fisico: Warren Mosler a spiegare la Modern Money Thoery a centinaia di persone all’Apollo, Luigi Marattin nella veste di ricercatore di Economia politica che cercava di intervenire durante il dibattito ma veniva invitato a lasciare il palco.
“Da allora ho sollecitato i sostenitori della Teoria a un confronto con me o con un altro economista di qualsiasi credo e formazione, ma non hanno mai voluto dar corso alla richiesta – ha raccontato l’assessore al Bilancio –: questa è la prova che i loro argomenti sarebbero stati smontati”. A lui e agli amici Enrico Balestra, Michele Travagli, Luca Tagliani e Francesco Badia (si definiscono “un gruppo di cittadini liberi pensatori”) non va proprio giù “l’idea che chiunque in Economia possa alzarsi e dire la sua – continuava Marattin –: se qualcuno lo fa in Medicina, se ad esempio domani un macellaio dice che per curare il tumore bisogna vestirsi di rosso, l’intera comunità scientifica lo contesta”.
È per questo che hanno invitato, mercoledì 15 alle 17.30 alla Caffetteria Castello, il professore al Dipartimento di Economia della New York University Alberto Bisin, affinché presenti il suo ultimo ‘Favole e numeri’ edito dall’Università Bocconi. “Corriamo il rischio che questa nostra iniziativa sia interpretata come una stroncatura del dibattito – ha detto ancora l’economista-assessore –, in realtà è il contrario: chiunque deve poter parlare di Economia, quello che non si può accettare è che se ne parli a cavolo. La gente è convinta che questo sia un dibattito in cui ogni posizione è legittima, in realtà il perimetro della discussione è sì ampio, ma non può essere che la parola del primo che passa valga quanto quella del professore di uno dei maggiori dipartimenti di Economia al mondo. Oppure dovremmo considerare legittima l’affermazione di quella senatrice 5 Stelle secondo cui il rapporto deficit/Pil fu limitato al 3% perché tre è un numero biblico?”.
Marattin ci tiene a ricordare che di lavoro Mosler fa “il produttore di auto”, ma segnala come problema politico il fatto che “centinaia di nostri concittadini ferraresi credano che il debito pubblico non esista, mentre noi ci siamo fatti un mazzo così per ridurre quello del Comune di Ferrara”. Il successo di posizioni simili presso il grande pubblico, in un momento di crisi, ha un che di psicologico secondo l’economista-assessore, che pure non nega gli errori della sua categoria, tra cui quello di essersi chiusa nella torre d’avorio evitando un dibattito divulgativo. “Gli Italiani però – conclude – nel cercare le cause del debito, anziché guardare a se stessi, ai politici che hanno votato e anche ai loro comportamenti, preferiscono prendersela con chiunque altro, dalla Bce, alla Troika, alla Germania, alle scie chimiche”.