Politica
21 Giugno 2013
Forum dell’Mmt. Marattin chiede di parlare ma viene allontanato: “stronzo e servo del potere”

Assessore insultato e cacciato dal dibattito

di Marco Zavagli | 3 min

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ImmagineSe, come da premessa, l’intento era quello di formare una “Grande coalizione di sindaci per la salvezza nazionale”, evidentemente gli organizzatori avevano escluso gli assessori. Ieri sera nella sala principale del cinema Apollo, davanti a centinaia di persone, il tour di “Salviamo l’Italia” by  Mmt ha avuto un curioso fuori onda.

Più che un fuori onda è stato un ‘fuori-dal-palco” con Luigi Marattin, assessore alle Finanze di quel comune, Ferrara, che aveva dato il patrocinio all’iniziativa, che – insieme ad altri ospiti tra il pubblico – ha chiesto di intervenire. Il primo timido tentativo di avanzare qualche critica contro i “crimini contro l’umanità” e “quel 99% messo in ginocchio dalle austerità dell’Eurozona” (parole degli organizzatori) è stato subito redarguito con un pacato ‘no grazie’. Ma dal pubblico qualche mugugno per lo scarso galateo istituzionale ha convinto i pro-Mmt (al secolo ‘Modern Money Theory’) a concedere qualche minuto al recalcitrante assessore.

Breve premessa. La Modern Money Theory, seguendo il filo logico della presentazione, è un “filone post-keynesiano” sorto negli anni ’90 negli Stati Uniti e che vede Warren Mosler tra i suoi principali esponenti a livello mondiale. Sovranità monetaria, piena occupazione, riduzione della tassazione sulle imprese e sulle famiglie, fine della speculazione finanziaria, piena democrazia, sono i temi principali diffusi a livello nazionale da Paolo Barnard, giornalista già cofondatore di Report. Sia Mosler che Barnard erano presenti in sala. E proprio per contrastare quanto appena asserito dai due (in proposito uscirà a breve la cronaca su Estense.com), Marattin ha chiesto la parola.

In seconda battuta, si diceva, l’assessore ha avuto via libera per palco e microfono. Questo non prima di un non proprio cordiale benvenuto da parte del pubblico: “stronzo” e “servo del potere” gli epiteti più gettonati. Giusto il tempo di negare la competenza economica accademica a chi lo ha preceduto e di abbozzare qualche equazione alla lavagna che Mosler gli ha tolto il microfono. Teoria già confutata secondo il guru della Mmt. Dopo il guru è venuto il momento degli adepti. In tre, tra cui qualcuno che si è qualificato come il coordinatore nazionale dell’Mmt, ha invitato poco paciosamente Marattin – invitato ufficialmente all’incontro dal referente locale – ad accomodarsi.

I video che pubblichiamo qui sotto sono abbastanza eloquenti e descrivono, poco macroeconomicamente per carità, quanto successo. Lasciano solo spazio ai commenti. E i primi, ovviamente, sono quelli del diretto interessato, che salva la buona fede di organizzatori e pubblico ma non perdona a Mosler e Barnard il fatto che “non sono economisti accreditati a livello accademico: ho sentito qualifiche come ‘il più grande macroeconomista del mondo’, frasi come ‘il debito non esiste’ o ‘l’Italia prima dell’entrata nell’euro era la più grande potenza economica europea’. Ho chiesto quindi di spiegare che queste affermazioni non hanno fondamento nella realtà. E l’ho chiesto come assessore di un comune che non può permettere che ai propri cittadini si facciano passare concetti assurdi”.

Il dibattito sulle teorie economiche lo lasciamo ai contendenti. Di certo c’è che zittire in modo verbalmente violento un invitato, tra l’altro rappresentante dell’ente che ha concesso il patrocinio all’iniziativa, non depone a favore dell’Mmt. Sul contenuto invece del dibattito (rectius, prolusione), Marattin non è stato l’unico economista presente a storcere il naso. “I contenuti mi sono apparsi francamente molto discutibili – commenta Stefano Zambon, professore di economia aziendale presso l’università di Ferrara -, vuoi perché ipersemplificati, vuoi perché semplicistici piuttosto che semplificati. sembra che si voglia dare agli italiani una autoassoluzione per i problemi che affliggono il Paese”. Zambon evita poi di entrare nel merito della querelle tra relatori e Marattin, limitandosi a far notare che “lo stesso Barnard catechizzava i presenti parlando del dissenso come seme della democrazia; peccato però che abbiamo assistito al contrario, con tentativi pesanti di intimidazione”.

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