Poggio Renatico. Per ora ci ha pensato il giudice della Corte d’Appello a redimere una possibile “controversia” di diritto internazionale tra Italia e Austria. Andrea Saba, il 38enne che vive da due anni a Poggio Renatico arrestato venerdì su mandato europeo, è stato scarcerato.
Assolto in Italia per un omicidio avvenuto in Austria, Saba era stato ritenuto innocente con sentenza passata in giudicato arrestato per gli stessi fatti contestati dalle autorità viennesi. I fatti oggetto del contendere risalgono al 9 maggio 1998. Nel corso di una rapina commessa da tre persone ai danni della gioielleria “Haban” di Vienna, venne assassinato il titolare, il quarantacinquenne Siegfried Goluch. La vittima aveva cercato di fuggire nel retro del negozio, ma uno dei banditi lo inseguì e lo uccise con un colpo di pistola alla nuca. Per quei fatti Saba venne arrestato il 24 ottobre del 2000 a Santo Domingo su mandato internazionale emesso dall’autorità giudiziaria di Bologna per rapina e omicidio.
Le autorità austriache accolsero a suo tempo la richiesta formulata dal Ministero di Grazia e Giustizia che chiese di processare i tre sospettati in Italia. Il processo, che vide Saba alla sbarra insieme ai due complici, Michele d’Ambrosio e Michele Franzoni, vide il 19 dicembre del 2000 la condanna dei tre in primo grado (ergastolo per d’Ambrosio in quanto ritenuto l’autore materiale dell’omicidio, 16 anni per Franzoni e 18 anni per Saba). Nel settembre del 2002 la Corte d’Assise d’Appello di Bologna pronunciò sentenza di assoluzione e successivamente la Corte di Cassazione respinse (dichiarandolo inammissibile) il ricorso dell’accusa, tramutando in sentenza definitiva la pronuncia di secondo grado.
Pochi giorni fa l’eco di quella vicenda è tornato a farsi sentire alla porta di casa di Saba, con indosso la divisa dei carabinieri. lo scorso 6 febbraio 2013 l’autorità giudiziaria austriaca ha diramato il mandato d’arresto europeo per omicidio e lesioni personali gravi.
Ieri, però, in sede di convalida, il giudice ha rilevato il giudicato della sentenza di assoluzione, che impedisce di consegnare alle autorità di qualsivoglia paese un cittadino libero.
Ora la prossima mossa spetta all’autorità austriaca, che potrebbe arrendersi di fronte all’impossibilità di processare due volte una persona per lo stesso reato (principio del ne bis in idem che vale in tutti i sistemi giuridici dell’Unione europea) oppure proseguire per quanto riguarda l’unico capo di imputazione per il quale Saba non è stato giudicato in Italia, le lesioni personali.
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