Cento
7 Novembre 2013
Alla sbarra un geometra di Casumaro per l’operazione Diversivo

Cocaina, condanna a sei anni e mezzo

di Marco Zavagli | 2 min

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Nella foto, materiale sequestrato nel corso dell’Operazione Diversivo

Casumaro. Si chiude con una condanna a sei anni e mezzo il processo per droga “Diversivo”, dal nome dell’operazione dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Ferrara che nel marzo del 2011 smantellarono un traffico di cocaina, con ramificazioni in Francia, Olanda e Belgio, condotto da un gruppo di magrebini e di italiani, che aveva come baricentro la zona fra Bondeno e Finale Emilia (http://www.estense.com/?p=133949).

L’indagine, partita grazie alle segnalazioni di alcuni cittadini, portò dapprima a individuare un uomo di origine magrebina che abitava nei pressi del torrente Diversivo di Bondeno: di qui il nome dell’operazione. Le tracce seguite dagli inquirenti portarono  sino in Olanda, dove avveniva l’acquisto da parte del gruppo della cocaina, quindi in Francia e in Belgio, basi logistiche e operative, prima dell’immissione in Italia. Da qui partiva la vastissima rete di spacciatori: una maglia fittissima e di elevatissima mobilità, dunque tutt’altro che semplice da seguire. I numerosi corrieri provvedevano a taglio, preparazione e stoccaggio della sostanza, per poi distribuirla ai vari pusher. I proventi erano reinvestiti in altre partite di droga o in beni immobili. Venivano approvvigionate le zone di Ferrara, Modena e Ravenna. Altre aree toccate, in cui risiedevano personaggi di spicco di questo coordinamento interetnico, erano Goro, Codigoro e Comacchio e Finale Emilia. L’attività dei pusher si svolgeva all’ingrosso e al dettaglio.

Dopo i patteggiamenti a 4 anni e a 1 anno di Garbi Rhida e Giancarlo Meletti, 51 anni di Massa Fiscaglia, e la condanna a 5 anni di Hassen Amara, l’ultimo imputato, Alessandro Bagni, 50 anni di Casumaro, è stato condannato a sei anni e mezzo.

A deporre contro Bagni, di professione geometra, è stata una testimone accompagnata coattivamente in aula dai carabinieri dopo esser mancata alle precedenti convocazioni. Al giudice la giovane ha raccontato di non essersi mai presentata per via di minacce ricevute da altri imputati. Alla fine ha parlato e la sua testimonianza è risultata decisiva nei confronti dell’uomo.

Al termine del dibattimento il pm Stefano Antinori ha chiesto la condanna, mentre la difesa ha preteso l’assoluzione con formula piena o in subordine per mancanza di prove, contestando la veridicità delle affermazioni della teste chiave. Il giudice ha accolto la tesi della pubblica accusa. Le motivazioni verranno depositate tra 90 giorni.

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