E’ scattata questa notte. L’Operazione Diversivo, condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo, ha permesso di smantellare un traffico di cocaina, con ramificazioni in Francia, Olanda e Belgio, condotto da un gruppo di magrebini e di italiani, che aveva come baricentro la zona fra Bondeno e Finale Emilia.
L’esito è stato presentato poche ore dopo al Comando Provinciale, dal comandante dal colonnello Antonio Labianco, affiancato dal capitano Giuseppe Aloisi e dal tenente colonnello Vittorio Bartemucci , alla presenza del comandante della stazione di Bondeno, il maresciallo Abramo Longo.
“L’operazione – ha spiegato Labianco – è legata peraltro all’allarme sociale di operatori e istituzioni matildei per la diffusione di sostanze stupefacenti, in particolare cocaina. Il lavoro investigativo ci ha portato dapprima a individuare un uomo di origine magrebina che abitava nei pressi del torrente Diversivo di Bondeno: di qui il nome. L’indagine ha preso le mosse già nel settembre del 2009, dalla denuncia della convivente di un esponente di spicco di droga, vittima di maltrattamenti. Oggi il nuovo sviluppo”.
In precedenza l’operazione aveva fatto registrare 10 arresti in flagranza di reato, oltre 400 grammi di cocaina sequestrati, 7 persone deferite in stato di libertà e la degnazione di vari assuntori all’autorità amministrativa.
L’azione odierna ha portato all’esecuzione di misure cautelari, emesse dal gip del tribunale di Ferrara su richiesta del pm Nicola Proto, nei confronti di 14 persone, di cui 11 tradotte in carcere – 4 di loro sono state colte in flagranza di reato, per illecita detenzione di stupefacente, mentre un provvedimento è stato notificato in carcere -, 2 ai domiciliari e una sottoposta a obbligo di dimora. Sono state rese note le generalità di Gerald Rexa, 26enne albanese di Ravenna, Allah Albdelali Taoufik, 42enne marocchino di Finale Emilia, Cristian Negri, 39 anni di Finale Emilia, Claudio Luciani, 42 anni di Codigoro, Alessandro Bagni, 48 anni di Casumaro, Salvatore Giacco, 35 anni di Gavello, Maycol Bini, 26 anni di Scortichino, Paolo Boetti, 31 anni di Finale Emilia, Fathi Benismail, 54enne francese già in carcere a Bologna per droga, Steve Biolcati, 30 di Goro. Due tunisini e un marocchino, risultati irreperibili, sono attivamente ricercati.
Vari i loro ruoli in questa attività: gli stranieri avevano funzioni di primo piano e gli italiani quella di acquisto e distribuzione al minuto. Per loro si profila il concorso in acquisizione e cessione di sostanze stupefacenti. “Non sono ancora stati individuati – ha riferito il comandate – gli elementi per prefigurare l’organizzazione a delinque finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti: non è escluso che ci siano novità”.
Sono state inoltre eseguite 23 perquisizioni e si è provveduto al sequestro di circa 284 grammi di hashis, 5 di cocaina e 2 di marijuana, di 3 chilogrammi di polvere da sparo e 716 cartucce, una pistola semiautomatica e una carabina ad aria compressa, per cui un uomo, L.A. del’78 di Bondeno, è stato deferito in stato di libertà per omessa custodia di armi, illecita detenzione di polvere da sparo e munizionamento.
Le tracce del gruppo hanno portato gli investigatori sino in Olanda, dove avveniva l’acquisto della cocaina, quindi in Francia e in Belgio, basi logistiche e operative, prima dell’immissione in Italia. Di qui partiva la vastissima rete di spacciatori: una maglia fittissima e di elevatissima mobilità, dunque tutt’altro che semplice da seguire. I numerosi corrieri provvedevano a taglio, preparazione e stoccaggio della sostanza, per poi distribuirla ai vari pusher. I proventi erano reinvestiti in altre partite di droga o in beni immobili.
Venivano approvvigionate le zone di Ferrara, Modena e Ravenna. Altre aree toccate, in cui risiedevano personaggi di spicco di questo coordinamento interetnico, erano Goro, Codigoro e Comacchio e Finale Emilia. L’attività dei pusher si svolgeva all’ingrosso e al dettaglio.
“Una caratteristica di questo gruppo di persone – ha riferito Aloisi – è la propensione alla violenza, nel momento in cui non riuscivano a venire in possesso nei tempi programmati del denaro per procedere nell’attività, che recuperavano anche con la forza”.
L’Arma ha messo in campo indagini tradizionali, corroborate da attività tecniche e servizi di pedinamento. L’operazione, con la collaborazione del Comandi Provinciali di Modena e Ravenna, ha coinvolto 200 uomini del Comando Provinciale e delle varie compagnie sul territorio, 40 macchine – l’elicottero non è decollato a causa della fitta nebbia -, 4 unità cinofile.
“L’operazione è stata molto complessa e l’esito assai positivo – ha concluso il colonnello -. Questa rappresenta la nostra risposta alle preoccupazioni espresse e rilevate. I risultati potranno anche evolvere in vista di un’altra pista che stiamo seguendo”.
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