Gian Luca Mantovani

Quindici minuti di celebrità non si negano a nessuno. L’espressione di Andy Warhol vale anche per tal Gian Luca Mantovani, al secolo presidente del circolo Pd della Gad. Chi è costui? Da una rapida (15 minuti effettivamente sono già un lusso) ricerca in rete, si incrociano nel suo curriculum gli incarichi di revisore dei conti per l’associazione Siti Unesco (di cui il Comune di Ferrara è socio fondatore) e dell’Ami – Agenzia Mobilità di Ferrara, e di membro del collegio sindacale del Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara e del Parco Scientifico per le Tecnologie Agroindustriali di Ferrara. Si trova anche, benedetto web che non dimentica nulla, la sua entrata (per poi uscirne senza troppi clamori) in consiglio comunale due legislature fa. Ma a cosa deve tanto onore questo dirigente del Partito democratico locale? A un guizzo di coprolalia sulla pagina facebook di un’innocente collega di partito.

Bene, veniamo al momento di gloria. Tutto nasce da un’innocua foto di Fabrizio Barca postata da Silvia Pulvirenti, consigliere Pd in Comune di Ferrara. Occasione comunque ghiotta per una disquisizione in materia congressuale sulla quale si butta a capofitto Mantovani. Questi tira in ballo Civati, una “peripatetica edonista” per aver concesso un’intervista al Giornale. Quanto basta per far scattare sull’attenti Ilaria Baraldi, ‘civatiana’ della prima ora della segreteria provinciale: “sei un illiberale”. Illiberale a Mantovani? Questi difende subito il suo onore: “Altro che illiberale il mio pensiero, è la tua testa che ha qualcosa che non funziona”. Poi lo stratega della Gad amplia, per così dire, il discorso e polemizza su un articolo di Estense.com che riporta una riunione dei sostenitori di Civati: “vedi articolo – scrive il presidente Gad -su quell’ escremento senza paglia di estense.com”.

Immaginandoci nella scomoda posizione di entrare nella testa di Mantovani, probabilmente il presidente di circolo Pd si riferisce alla notizia sulla riunione dei sostenitori di Civati del 7 ottobre scorso. Nel corso di quella riunione qualcuno, sconsolato, affermò che proprio in quel momento “il gotha del circolo Gad sta già scegliendo le cariche, la grande politica ha già deciso tutto e i tavoli che contano non sono i nostri ”. Sicuramente menzogne.

Quanto basta però per far ipotizzare al forbito presidente che quell’articolo è frutto di una oscura manovra che vedrebbe la malcapitata Baraldi grande tessitrice: “tu hai fatto fare l’articolo, furbetta!”. Normalmente basterebbe leggere la firma di chi ha redatto l’articolo, ma tant’è. “Stai dicendo – prosegue il nostro – che l’ignoto articolista di Zavagli è venuto per caso alla vostra riunione? E che se c’era qualche pover’uomo della GAD a sparare cazzate, non c’è vostra responsabilità politica, per caso?”. A nulla vale spiegare che l’invito era rivolto a tutte le redazioni.

Fatta la premessa stercoracea, veniamo al punto. È possibile che un presidente di un circolo di Ferrara, un dirigente dei democratici locali, si esprima in questa maniera? Un’offesa del tutto gratuita, tra l’altro, visto che a memoria di giornale non ci siamo mai occupati di questo Mantovani (anche se ce ne fossimo occupati la volgarità di quest’uomo oltrepasserebbe comunque il legittimo diritto di critica). Cosa ne pensano i vertici provinciali di questo signore, presidente di un loro circolo?

Forse un breve memento potrà aiutare nel giudizio. Sul sito del Pd nazionale si legge che i circoli devono essere l’elemento centrale della vita del partito. È quello il luogo dove si comincia a formare la classe dirigente e dove si avvia la selezione della stessa.  I circoli sono l’unico strumento attraverso cui gli iscritti possono contribuire con le proprie idee e le proprie proposte a definire la politica del Partito Democratico e a orientarne le scelte.

Dopo le offese di Mantovani ci preoccuperebbe sapere che anche nel suo circolo “si comincia a formare la classe dirigente e vi si avvia la selezione della stessa”…