Politica
8 Ottobre 2013
Attacchi a Renzi: “ Il nostro è un partito di potentati”

Quelli di Civati, che sognano un altro Pd

di Redazione | 3 min

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IMG_20131007_213234Poteva sembrare tutto fuorché una riunione di sostenitori del Pd. Da tempo immemore in una riunione di corrente non si sentivano tanti e tali attacchi visti gli attacchi, costruttivi, al proprio partito di appartenenza come in quella dei simpatizzanti di Giuseppe ‘Pippo’ Civati, uno dei quattro in corsa per la segreteria del Pd.

Tra gli interventi di militanti e simpatizzanti di Ferrara seduti in cerchio che ieri sera si sono susseguiti, girava insistente l’affermazione sconsolata secondo cui proprio in quel momento “il gotha del circolo Gad sta già scegliendo le cariche, la grande politica ha già deciso tutto e i tavoli che contano non sono i nostri ”.

Mario Castelluzzo (uno dei pochi volti noti tra i quaranta presenti), è consigliere provinciale e membro della segreteria di quel circolo, da cui ci tiene a distinguersi: “io sono qua e non là, per cercare di cambiare questo andazzo. Certe dinamiche sono già scritte per andare in certe direzioni”. Non proprio un atto di fiducia verso il partito cui si appartiene insomma.

Anche gli altri interventi rendono l’idea di una mozione che si sente piccola, schiacciata tra quella di Matteo Renzi (“che dietro ha le lobby della Toscana”) e quella di Gianni Cuperlo (“che dietro ha D’Alema”). La speranza principale allora, visto che le primarie nazionali dell’8 dicembre saranno aperte a tutti e non solo agli iscritti, è quella di coinvolgere quanti più esterni possibile. “Tanta gente fuori dal Pd sposerebbe domani le proposte di Civati – continua Castelluzzo –, mentre tanta gente interna non è d’accordo, e questo mi fa male”.

Già, le proposte. A inizio serata viene trasmesso un video del luglio 2012, a dimostrazione della coerenza di Civati e dei suoi: le parole d’ordine erano e restano autoriforma della politica, corruzione zero, meccanismi premiali per chi chiede scontrini e fatture, no alla moderazione salariale, fisco a vantaggio di chi lavora e produce, reddito di cittadinanza, stop al consumo di suolo e innovazione tecnologica.

Per riuscire ad arrivare all’8 dicembre, però, la strada del candidato lombardo è abbastanza stretta, visti i bizantinismi del bizantino regolamento (“chi ci guarda da fuori lo fa con gli occhi di un entomologo nei confronti di un insetto sotto un bicchiere” commenta ancora qualcuno). Prima di tutto bisogna depositare le firme a sostegno della candidatura entro l’11 ottobre, quindi il resto del mese sarà occupato dai congressi locali (per ora l’unico candidato alla segreteria è l’uscente Paolo Calvano). Le prime due settimane di novembre saranno quindi dedicate alla discussione e alla votazione delle mozioni nei circoli: le tre più votate saranno sulla scheda l’8 dicembre. Già questo non è un passaggio scontato, visto che i candidati sono appunto quattro: Civati o Pittella dovranno cadere dalla torre.

“C’è un grosso numero di tesserati demotivati – interviene ancora un partecipante –: si può lavorare su questi, anche se il loro numero sembra il segreto di Fatima. Evidentemente sono pochi, altrimenti sarebbero sui giornali”. “Il nostro è un partito di potentati – gli fa eco un altro –, se il segretario lo eleggeranno loro non solo non avrà speranza Civati, ma non l’avrà l’intero partito”.

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