E’ morta ieri, 7 ottobre, dopo una linga malattia. Con la scomparsa di Luisa Pasello se ne va una delle presenze più significative della scena teatrale contemporanea.
Nata a Ferrara, in questa città Luisa ha iniziato uno straordinario percorso artistico. Dopo gli studi d’arte a Bologna e di canto al Conservatorio Frescobaldi, ha esordito nel 1981 a Pontedera, in un progetto curato dagli attori del Teatr Laboratorium di Grotowski.
A partire da quella esperienza Luisa si è dedicata in modo esclusivo al teatro e si è presto rivelata, a fianco della gemella Silvia, esponente di spicco del nuovo teatro. In questo ambito è stata fra le personalità più sensibili e significative sia in Italia, dove non ha mai interrotto il rapporto con il Centro di sperimentazione teatrale di Pontedera, che a livello internazionale grazie alle collaborazioni con personalità quali Jerzy Sthur, Ryzard Cieslak, François Kahn, Rickard Gunther, Celina Sodré.
Sin dalla metà degli anni Ottanta, Luisa Pasello è stata ospite del Teatro Comunale di Ferrara, in particolare nell’ambito della rassegna “Percorsi nel Teatro” dedicata ai territori della sperimentazione. La ricordiamo già nel 1986 in A. da Agatha (premio UBU per l’interpretazione) con la regia di Thierry Salomon e nel 2003 in Rut, lavoro tratto dal Libro dell’Antico Testamento con la regia di Silvia Pasello. La sua presenza più recente risale al 2007 dove, con la regia di Roberto Bacci, è stata protagonista di una particolarissima versione del capolavoro di Beckett Aspettando Godot in cui affiancava la sorella, rispettivamente nei ruoli di Estragone e Vladimiro.
Per chi l’ha conosciuta come persona e amica di rara sensibilità, per chi ne ha apprezzato nel corso degli anni le non comuni qualità artistiche, Luisa Pasello rimarrà una delle presenze che hanno lasciato una traccia importante nel teatro italiano, e una parte preziosa della storia del teatro della città di Ferrara.
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