Sostituire l’indicazione “padre” e “madre” con “genitore 1” e “genitore 2” proposta dalla consigliera comunale di Venezia Camilla Seibezzi e rilanciata dal Ministro per l’integrazione Cécile Kyenge non passa inosservata neppure a Ferrara, creando agitazione tra le fila del centro-destra provinciale. Il consigliere provinciale del Pdl Cristiano Di Martino, in particolare, sbotta duramente contro la proposta, chiedendo lumi sulla posizione del Pd locale e in particolare su quella del sindaco Tiziano Tagliani, arrivando addirittura a chiedere che, in riferimento al prossimo incontro con la Kyenge al festa del Pd di Pontelagoscuro, il Ministro “non venga ad offendere oltre la nostra storia e la nostra tradizione con dichiarazioni simili nella prossima sua prevista venuta nella nostra città, perché in tal caso sarebbe da considerare persona non gradita”.
Durissima l’accusa: “la misura che questo rappresentante delle istituzioni ha raggiunto è ormai colma non si può più accettare da chi dovrebbero rappresentarci un comportamento simile con dichiarazioni quanto mai bizzarre -afferma Di Martino-. La Madre e il Padre sono parte integrante non solo della nostra cultura e tradizione ma alla base di qualsiasi tipo di legame affettivo e di sangue in qualsiasi parte del pianeta”. L’origine di tutto sarebbe da ricercarsi fra le proposte provenienti dalla lobby gay statunitense: “la sua proposta per altro -sbotta il consigliere Pdl- scimmiotta una analoga fatta nel gennaio del 2011 negli Usa su pressione delle lobby degli omosessuali per cambiare le parole sul passaporto, quindi nulla di nuovo propone la Ministra, nulla che possa interessare l’intero popolo italiano”.
Ma il consigliere si spinge oltre, facendone una questione addirittura ontologica: “nel pieno rispetto delle idee e dei pensieri di tutti non si possono fare dichiarazioni del genere con eccessiva leggerezza perché -spiega Di Martino- stiamo parlando di qualcosa che esiste dall’inizio dei tempi. Non sono disponibile a scambiare i miei valori ancestrali con queste proposte pseudo moderne da qualunque parte arrivino”.
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