Cronaca
24 Giugno 2013
La data del 4 luglio sparisce dal sito del Comune. Il comitato di Malborghetto: “Lo apprendiamo da voi”

Geotermia, salta l’ultimo incontro. E nessuno lo sa

di Marco Zavagli | 4 min

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SIl 4 luglio non ci sarà nessun incontro tra Comune di Ferrara, Hera e cittadini interessati dal progetto sulla geotermia. L’appuntamento, già spostato in un primo momento il 13 giugno, è stato ulteriormente rinviato. Senza spiegarne il motivo. “A data da destinarsi”, come si legge sul sito del Comune nella parte dedicata al progetto di geotermia di Hera, titolata enigmaticamente “Percorso Informativo Progetto PER”. Il problema è che nessuno ha informato i diretti interessati, i cittadini. In particolare i residenti di via Conchetta, dove dovrebbe sorgere la centrale di Hera.

“Nessuno ci ha informato”, conferma il comitato di Malborgetto che proprio questa sera doveva riunirsi per discutere se presenziare o meno all’incontro del 4 luglio. A questo punto inutile anche farsi la domanda. Eppure sembrava che ci fosse stato un avvicinamento tra le posizioni, dopo l’incontro dello scorso 19 giugno (vai all’articolo). “Non possiamo parlare di aperture, forse di una piccola novità – corregge Marco Piva, il portavoce del comitato -; anche se alcune cose ci hanno infastidito”. Quali? “In primo luogo il fatto che il faccia a faccia ci fosse stato presentato come un incontro informale. E invece quando siamo arrivati sullo scalone municipale c’erano già i fotografi a immortalarci. Poi abbiamo saputo che l’assessore Zadro aveva contattato le redazioni dei media per dare notizia dell’evento”.

Un problema di ‘riflettori’, ma non solo. “Ci siamo stupiti anche dei resoconti apparsi sui giornali il giorno dopo. Leggendo le dichiarazioni degli amministratori trapelava qualcosa di diverso da quanto avvenuto. Sembrava che il Comune avesse fatto il possibile per dialogare e noi, sordi a ogni confronto, ci barricassimo dietro a inutili scuse. Ci è venuto il sospetto che fosse una trappola per poter dire che siamo noi a negare ogni dialogo”. E proprio quella interpretazione ha fatto pensare a molti dei residenti che sarebbe stato meglio disertare anche l’appuntamento del 4 luglio. “Dubbio ormai inutile, visto che apprendiamo da voi che qualcuno ha già deciso di non farlo”.

Marco Piva

Marco Piva

Ora però il comitato potrebbe valutare una contromossa: organizzare in proprio incontri informativi, che si aggiungerebbero alla informazione capillare che sta già facendo casa per casa, per informare i cittadini sul progetto di Hera. “E per dire – aggiunge Piva – quello che finora, nonostante vogliano far credere il contrario, non è ancora stato detto”. Ossia? “Rimane ancora senza risposta la prima domanda che abbiamo posto già nel corso del primo appuntamento (vai all’articolo): perché a Pontegradella no e a Malborghetto sì?”.

Piva diventa un fiume e snocciola i punti caldi di fronte ai quali vorrebbe avere certezze da parte dei suoi interlocutori: “perché manca un progetto per la centrale? perché dicono che costruire la centrale a Pontegradella (il “posto migliore della città” secondo Unife) creerebbe un problema di viabilità quando pochi anni fa hanno rifiutato di fare la tangenziale che doveva collegare via Padova a via Copparo?”. Di positivo c’è però la contropartita della demolizione del vecchio inceneritore e della successiva bonifica dei terreni. Ma è un’ipotesi che non sembra convincere gli abitanti di Malborghetto: “è prevista la somma di un milione di euro per questa operazione – fa notare Piva -; bene, basterebbero allora 300mila euro per creare una bretella per decongestionare il presunto traffico di Pontegradella, e così verrebbe meno anche questo alibi”.

La lista dei “contro” continua con l’impatto ambientale che potrebbe avere, secondo i timori di Ferrariapulita, il progetto. “Intanto – incalza Piva – trovo difficile chiamare geotermia tre bruciatori con camini di 40 metri e tre caldaie da 14 MW. Se poi la collochiamo nel parco urbano, il polmone verde della città, con tre cisterne da 40 metri che domineranno il panorama, allora è difficile capre cosa Hera intenda per ‘poco impattante’. Fa sorridere inoltre che il Comune pianifica un risparmio di 70mila tonnellate di CO2. Ma come possiamo fidarci di chi ne ha autorizzate due milioni e 600mila con la turbogas?. I calcoli poi vengono fatti sulla base delle vecchie caldaie domestiche. Se invece si prendesse come parametro un modello di ultima generazione, capaci di un risparmio fino al 30%, cambierebbe tutto”.

A convincere il comitato non serve nemmeno la promessa della risorsa ‘green’ dell’estrazione dell’acqua calda del sottosuolo. “L’abbiamo detto in tutti i modi – allarga le braccia il portavoce -: in qualsiasi parte del globo se perfori fino a 3 km nel sottosuolo trovi l’acqua calda; e trivellare i una zona che attende il terzo sisma, quello sopra la faglia di Ferrara, non ci rende tranquilli. Cosa volete farci? saremo allarmisti, ma come noi lo sono anche due studi delle università di Napoli e Bologna che dicono la stessa cosa: il rischio è aumentare la sismicità locale”.

Quindi non ci saranno più incontri o tentativi di compromesso? “Probabilmente organizzeremo noi stessi degli incontri. Ma se il sindaco dovesse mantenere la promessa di offrirci un dibattito vero allora ci potremmo pensare, purché ci siano domande e risposte dirette, venga consegnato con congruo anticipo il materiale oggetto dell’incontro e che, magari, ci si degni di informarci se cambia l’agenda”.

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