Dopo poco più di un’ora di camera di consiglio il tribunale di Ferrara ha condannato a quattro anni e mezzo un uomo di 53 anni per violenza sessuale sulla figlia minorenne all’epoca dei fatti. Il giudice collegiale (presidente Luca Marini con a latere Silvia Giorgi e Franco Attinà) ha accolto in toto la richiesta del pm Filippo Di Benedetto che nella sua requisitoria ha ritenuto del tutto credibile la versione della ragazza.
Quest’ultima, nel gennaio del 2010, raccontò alla madre che per cinque anni, dal 2001 al 2006, quando aveva dagli 8 ai 13 anni e la famiglia risiedeva in un paese del Basso ferrarese, il padre abusò di lei. La madre si recò in questura per denunciare il coniuge, dal quale si era appena separata dopo un tradimento subito. Venne sentita dalla polizia anche la minore. La ragazzina venne ascoltata anche in incidente probatorio nel febbraio del 2011, presso il tribunale di Ferrara. In quell’occasione vennero esaminati anche il consulente del tribunale, la psicologa Valeria Donati, e quello della difesa, il professor Lino Rossi (vai all’articolo).
Poche settimane dopo la madre presentò una seconda querela per violazione degli obblighi di assistenza famigliare. Il relativo procedimento si è concluso a giugno con l’assoluzione dell’uomo da parte del giudice Attinà.
Nel processo appena concluso invece la madre e la figlia si erano costituite parte civile attraverso l’avvocato Giovanni Scudellari del foro di Ravenna. La difesa invece era rappresentata dall’avvocato Alberto Padovani. La pubblica accusa invece era in mano a Di Benedetto, che ha richiamato l’attenzione dei giudici su alcuni fatti che renderebbero credibile la testimonianza della vittima: le lacrime che rigavano il volto della giovane quando doveva ricordare quei momenti, il fatto che non si sia mai contraddetta e i segni clinici riscontrati dal consulente di parte, che “sono rivelatori di un’esperienza traumatica”. La genuinità del racconto “è comprovata dalle stesse situazioni psicologiche descritte, che solo chi le ha vissute veramente può descrivere”.
Lo stesso perito che ne ha tracciato il profilo psicologico, “ha riscontrato nella ragazza un sentimento di autodeprevazione, comunissimo nelle vittime di abusi, che si autoaccusano di aver contribuito o facilitato in qualche modo le violenze”.
Di opposto avviso l’avvocato Padovani, che riconduce il racconto “a una crisi coniugale che viene da lontano” e che “scoppia poco prima della confessione della giovane”. E proprio nella consulenza voluta dall’accusa privata l’avvocato trova elementi a proprio favore: “in quella relazione si parla di memoria frammentata e lacunosa, di mancanza di connessioni degli eventi, di tendenza a interpretare e a proiettare”. E la stessa accusa di abuso, altro non sarebbe secondo la difesa che “la proiezione su se stessa del tradimento subito dalla madre: lui ha tradito lei e quindi anche me”. A conferma della sua tesi, la difesa ricorda che “fino al luglio del 2010, quindi mesi dopo la denuncia per violenze sessuali, la moglie stava trattando addirittura l’affidamento condiviso della figlia” (vai all’articolo).
Su queste basi Padovani aveva chiesto l’assoluzione perché il fatto non sussiste. Il tribunale invece ha sposato la versione della procura e condannato l’uomo a 4 anni e 6 mesi di reclusione (pena lieve in ragione del tipo di condotta, che non ha visto una consumazione di un rapporto completo) e a una provvisionale di 30mila euro in favore della figlia e di 5mila in favore della ex moglie, oltre alle spese processuali e ai danni da liquidarsi in sede civile.
Grazie per aver letto questo articolo...
Da 20 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.
OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:
Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com