Cronaca
10 Aprile 2013
Il piccolo arrivò in ospedale con lividi, bruciature, fratture di mandibola e costole

Sevizie a bimbo di 3 anni, chieste le condanne di madre e compagno

di Marco Zavagli | 2 min

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bambino-maltrattamenti1Si chiuderà il 17 aprile il processo per le lesioni e i maltrattamenti subiti dal bimbo di tre anni scoperti dai medici in ospedale il 28 febbraio del 2012. In quell’occasione in corso Giovecca, sede allora del Sant’Anna, arrivò il piccolo in condizioni terribili. I primi esami riscontrarono lividi sulla fronte, bruciature su una gamba e le fratture della mandibola e di alcune costole (vai all’articolo).

Le indagini disposte dalla procura portarono all’arresto della madre, 25 anni, di Torino, e del compagno di lei, 31enne ferrarese con precedenti per reati contro la persona e contro il patrimonio, entrambi residenti a Ferrara. In un primo momento i due sostennero che il bambino si era fatto male urtando contro un mobile. Dai successivi riscontri della squadra mobile emergerà come il bambino fu spesso vittima di punizioni gravi e immotivate, come docce gelate, digiuni forzati, scherno e insulti gratuiti. La madre, in sede di indagini, scaricò gran parte della colpa sul partner, responsabile secondo la sua versione di violenze così feroci da provocargli delle ustioni al corpo con l’accendino, come per imprimere un marchio addosso a quel piccolo che continuava a preferirgli il padre naturale (vai all’articolo).

Il piccolo viveva con la coppia dall’ottobre 2011, da quando cioè la madre lo aveva portato via con sé da Torino, sottraendolo al marito, con il quale conviveva fino ad allora, per raggiungere l’attuale compagno a Ferrara. Subito dopo l’arresto degli imputati venne affidato al padre, costituitosi al processo parte civile attraverso gli avvocati Marco Linguerri e Chiara Rodio.

Il processo è iniziato con la richiesta di rito abbreviato dell’uomo, difeso dall’avvocato Maria Giovinazzo. Nel corso dell’udienza celebrata a porte chiuse davanti al gup Silvia Marini il 31enne, rendendo interrogatorio per oltre due ore, avrebbe puntato il dito contro la madre (difesa dall’avvocato Luca Canella), dipingendo una situazione in cui era lei a picchiare il figlio ogniqualvolta disubbidiva, mentre lui si schierava a protezione del minore.

Dopo l’esame dell’imputato si è tenuta la requisitoria del pm Barbara Cavallo, che ha chiesto 6 anni e 4 mesi di condanna per l’uomo per maltrattamenti e lesioni gravi aggravate e 5 anni e 4 mesi per la donna (imputata anche per sottrazione di minore).

La prossima settimana terminerà la discussione con le arringhe di parte civile e difesa. Poi la sentenza. “Mi aspetto giustizia – afferma a margine dell’udienza il padre, frastornato e visibilmente provato -, chi ha fatto del male a un bambino di tre anni merita la galera. Spero che quell’uomo abbia il massimo della pena, perché in quella maniera non si tratta nemmeno una bestia”.

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