Cronaca
5 Aprile 2013
Apertura del sindaco al comitato di Malborghetto, ma la diffidenza resta altissima

Un referendum per il teleriscaldamento

di Michele Fabbri | 4 min

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IMG_0141Sarà un referendum cittadino a stabilire se si farà o meno il nuovo impianto di teleriscaldamento in località Conchetta. Hera, inoltre, sarà chiamata a spiegare pubblicamente, in una grande sala cittadina, in due distinti incontri, gli aspetti progettuali dell’impianto e quelli economici, rimasti, finora, vaghi e incomprensibili. Non solo, ogni altra richiesta di informazione e dibattito avanzata dai cittadini, in particolare nel campo della salute, troverà accoglienza e spazio pubblico. Parola del sindaco Tiziano Tagliani.

Miracolo a Malborghetto. Quello a cui abbiamo assistito ieri sera nella chiesa di Malborghetto, gremita all’inverosimile di cittadini, amministratori ed esperti chiamati dal comitato locale è quasi un miracolo. Almeno per chi ricorda le analoghe vicende che hanno costellato la storia dei rapporti fra comitati di cittadini e amministrazione locale: a partire dalla vicenda della turbogas, passando per il nuovo ospedale, e via via per l’inceneritore, l’asilo di Via del Salice fino alla prima versione del teleriscaldamento localizzato a Pontegradella.

E’ andata così: Tagliani, tranquillamente a proprio agio, con l’altare alle spalle, si concede per più di quattro ore, ininterrottamente, fino alle 22 largamente passate, senza un attimo di pausa,  alle decine e decine di domande, obiezioni e interventi che Mario Testi introduce uno dopo l’altro, senza altra moderazione che non sia quella di lasciare che tutti parlino secondo preparazione e ispirazione, voglia di domandare e bisogno di farsi ascoltare.

La folla, stipata in piedi fra inginocchiatoi e sedie tutti occupati, mormora, applaude i propri rappresentanti, contesta amministratori ed esperti, e spesso interrompe il sindaco. Ma Tagliani ascolta, risponde e riprende il filo. Poi, quasi alla fine della lunga serata, cala gli assi della consultazione referendaria e della discussione trasparente del progetto. Persino Valentino Tavolazzi loda la proposta del sindaco, che, conciliante, ricambia offrendo a “Valentino” un tavolo di trattativa sul reale conteggio delle emissioni di inquinanti del teleriscaldamento. Solo Luigi Gasparini, raccogliendo una standing ovation dagli ultimi infaticabili rimasti, non attenua i toni ribadendo che l’inceneritore – unico vero motivo del nuovo teleriscaldamento – va assolutamente chiuso.

Una volta non basta. Ma se il sindaco è riuscito a riallacciare un filo con i presenti, insormontabile e  irosa è stata la diffidenza manifestata dall’assemblea nei confronti di altri. Nei confronti degli esperti che sostengono il progetto, anzitutto, visti prevalentemente come  inaffidabili, quando non conniventi per interesse. E nei confronti di Hera, soprattutto, per la quale sembra sia stato emesso un inappellabile giudizio di condanna. Quasi ogni intervento ha finito per attaccare l’operato della multiutility. Anche gli esperti ne hanno fatto le spese, venendo identificati come “di parte” (e dunque inattendibili) ogni volta che la loro ricerca è finanziata dalla società di servizi.

Questa enorme diffidenza, che sembra pregiudicar il dialogo fra cittadini e istituzione, non è irrazionale né inevitabile. Anzi, basterebbe aver fatto tesoro di quanto si è detto in tutti questi anni sulla società del rischio e sui processi di reale partecipazione democratica – anche nella nostra città – per capire cosa sta succedendo.

C’è, anzitutto, una lunga, troppo lunga, sequela di precedenti negativi, talmente impressi nella vita della città da produrre riflessi automatici. Non a caso vengono ricordati ogni volta. Anche a Malborghetto è stata richiamata la vicenda turbogas: le rassicurazioni degli esperti e i dati negati, la finta partecipazione di Agenda 21 e il rifiuto del referendum, le promesse di sviluppo e il declino occupazionale, ecc.

E anche con il teleriscaldamento si e partiti nello stesso modo: presentando a luglio a Pontegradella un progetto già bell’ e fatto, con il contorno di alcuni tecnici in veste di esperti super partes. E  l’”improvvisa” soluzione calata dall’alto di spostare  tutto a Malborghetto ha destato sospetto. Ma i tempi di reazione dei cittadini sono diventati oggi incommensurabilmente più veloci rispetto a quelli della turbogas: in pochi giorni i comitati nascono, si organizzano e trovano esperti in grado di portare a “somma zero” l’expertise scientifico con cui i proponenti giustificano il progetto.

Infine, ancora una volta, c’è l’incredibile mancanza di trasparenza che ha scatenato le domande e le preoccupazioni dell’assemblea: è vera geotermia? è la stessa falda di Casaglia? quanto e cosa bisognerà bruciare per avere acqua sufficientemente calda? che pericoli ci sono per la salute? e il terremoto? quale sarà il risparmio effettivo di emissioni inquinanti? come tutelare i valori paesaggistici? Tutti temi da affrontare prima, con pazienza e in maniera più articolata di quanto non consenta una serata in chiesa.

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