La piscina di via Beethoven avrà ancora una funzione pubblica? È la domanda che si pone una delle tante associazioni sportive che da sempre utilizzino quegli spazi, l’Asd Estense Nuoto. Per bocca del suo presidente, Alessandro Scalambra, l’associazione interviene dopo le critiche e i dubbi lanciati da Tavolazzi a proposito della concessione sulla struttura (vai all’articolo): durata di 27 anni; gestione affidata a Nuova Sportiva e Wesport con un ricavo annuo di 1,2 milioni a fronte di 950 mila euro di costi; legami tra Wesport e Uisp (la prima è stata costituita nel 2010 dal comitato provinciale Uisp di Ferrara, socio unico).
Già al momento del disciplinare di gara l’associazione sportiva inviò al sindaco di Ferrara alcune riflessioni in ordine alla soluzione adottata dall’amministrazione comunale attraverso lo strumento del project financing. “In tale missiva – ricorda Scalambra – avevamo espresso la preoccupazione che, in nome di tale innovativo strumento, si consegnasse alla società concessionaria un margine di manovra tale da pregiudicare una “funzione pubblica” della quale il Comune non deve, ma soprattutto non può, spogliarsi”.
I timori dell’Estense Nuoto derivavano da alcune ‘tracce’ nella documentazione accessibile (“non tutta a dire il vero – punzecchia il presidente -, visto che una nostra istanza di accesso agli atti del 16/08/2012 è stata del tutto, dobbiamo certo ritenere casualmente, ignorata”), che “portavano a ritenere non solo possibile, ma anzi probabile, che con l’entrata a regime della convenzione avremmo dovuto assistere all’espulsione non solo della società da me rappresentata, ma anche delle altre realtà agonistiche presenti nel panorama ferrarese, dalla piscina di Via Beethoven”.
Le perplessità erano da ascrivere all’analisi economico finanziaria contenuta nel progetto di fattibilità datato 1 giugno 2011 e parte integrante del bando, “che afferma – riporta Scalambra -, a pagina 13, che il gestore gestirà «l’intera organizzazione delle attività senza obblighi rispetto a società, enti ed associazioni, ricavando da ciò i proventi per il sostentamento della gestione» e che «scompare da questa forma di gestione il terzo soggetto (i fruitori organizzati quali enti, società ed associazioni ndr) che diviene normale utente che potrà noleggiare spazi dal gestore compatibilmente ai programmi di quest’ultimo»”.
Una volta letta per intero la convenzione, i motivi di preoccupazione si sono tradotti in allarme, “nel momento in cui – spiega il presidente della società sportiva dilettantistica – le ombre e timori espressi mesi fa, stanno prendendo corpo esattamente nella direzione che auspicavamo non venisse seguita”. Scalambra chiede al Comune di garantire quanto affermato come principio generale all’art. 13bis della convenzione, ossia che “il concessionario conviene con il Comune di Ferrara che l’impianto deve mantenere una funzione pubblica a tutti gli effetti, pertanto, non dovranno essere favorite o privilegiate le utenze economicamente più forti ma, a fronte di richieste d’uso avanzate da utenze, singole o associate …”.
L’Estense Nuoto ricorda a questo punto che fra i partecipanti all’Ati (l’associazione temporanea di impresa che si è aggiudicata il bando) “vi è Wesport, società sportiva dilettantistica a responsabilità limitata, società di scopo dell’Uisp, che nella documentazione dimessa con la busta n. 2 “Capacità Organizzativa e Gestionale”, espone tutte le proprie iniziative ed attività delle quali l’impianto natatorio sarà potente strumento”. L’auspicio del presidente è che “il Comune, nel momento in cui sottoscrive accordi di project financing di questo tipo, accollando a noi tutti la grande parte del rischio d’impresa, ma al contempo affidando a privati la gestione di un bene a tutti gli effetti pubblico, presidi e tuteli quella “funzione pubblica” che a caratteri, letteralmente, cubitali ha voluto porre in evidenza nella convenzione”.
“Sarebbe oltremodo una beffa – conclude Scalambra – che la società concessionaria che beneficia del supporto sostanziale della collettività, che si accolla in ultima analisi gran parte se non tutto il rischio d’impresa, riesca a portare a termine il suo progetto di utilizzare in situazione di monopolio Uisp l’impianto, condannando a morte le altre associazioni i cui partecipanti, con tutti gli altri ferraresi, stanno in tanta misura supportando con le loro tasche tale progetto”.
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