“Se Bratti era interessato alla mia posizione in merito, poteva venirmelo a chiedere di persona finita l’assemblea”. Replica a distanza Vittorio Ferraresi all’attacco del deputato Pd lanciato al termine dell’incontro sull’emergenza Basell di martedì scorso (vai all’articolo). Piuttosto che l’attacco sul giornale, il neodeputato grillino avrebbe preferito un confronto fatto di persona, magari “quando ci siamo fermati a parlare con i lavoratori”, oppure “poteva salire tre file della Camera visto che sono proprio sopra di lui. Invece ha preferito prendere superficialmente due battute incomplete di un articolo scarno e farci propaganda sopra. Ognuno ha i propri metodi”.
Venendo al merito della questione, ferraresi precisa che “non siamo venuti all’assemblea solo per documentarci e informarci (cosa che avevamo già fatto): siamo venuti per dare la più completa disponibilità e solidarietà ai lavoratori e metterci a loro disposizione per collaborare”.
Nella sua scala di priorità il deputato del Movimento 5 Stelle mette il licenziamento collettivo che viene portato avanti dall’impresa: “bisogna contrapporsi all’azienda e cercare di farla ragionare sulle alternative possibili. Anche se penso che la volontà della multinazionale sia molto chiara, arrogante, e tipica di chi non vuole sentire altre ragioni, ma solo procedere per la propria strada”.
Il secondo livello del problema è “considerare che la Basell non licenzia per motivi di crisi economica, ma solo per una riorganizzazione aziendale che arriva dall’America, per aumentare i dividendi degli azionisti. E questo è molto triste”. Per Ferraresi “la volontà della direzione mira alla massima speculazione e a mio avviso taglia i fondi proprio alla possibile soluzione della crisi: l’investimento nella ricerca, nello sviluppo e nell’innovazione. Questi investimenti servirebbero per creare nuova occupazione e puntare ad un rinnovamento della chimica che miri ad una riqualificazione sostenibile, dal punto di vista ambientale, dell’intero processo produttivo. Questa visione è miope, a maggior ragione in questo momento”.
Ferraresi però non è ottimista. “Non credo – ammette – che ci sia molto margine di discussione. Queste multinazionali prendono finché c’è da prendere, e poi mollano quando conviene loro, lasciando sull’orlo del precipizio i lavoratori e le loro famiglie, nonché l’intera città”.
Quanto invece a Bratti, “fa sorridere che affermi che il problema principale del petrolchimico di Ferrara sia il costo dell’energia, quando la fallimentare realizzazione della centrale turbogas da lui caldeggiata era spacciata ai cittadini e agli operai proprio come la soluzione per abbassarne i costi”.
E dopo il tintinnar di sciabole, il grillino lancia l’affondo: “questa gente governa Ferrara, Provincia e Regione da tempo immemore e si permette di dire che la responsabilità ora è nostra e che dovremo agire “in fretta”? Alle assemblee e sui giornali si riempie la bocca di solidarietà e di sostegno ai lavoratori, ma non dimentichiamo che anche il Pd ha votato la riforma Fornero. In questi anni grazie ad un controllo monocolore delle istituzioni potevano fare tutto quello che serviva al territorio senza problemi di sorta, che cosa hanno fatto? Non provano mai vergogna, non ammettono mai gli errori e le scelte fallimentari di politica industriale e ambientale che hanno compiuto. Il risultato è sotto gli occhi di tutti”.
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