Portomaggiore. Verrà sentito nuovamente il perito del tribunale che per primo parlò di negligenza e imperizia nella costruzione del tetto della palestra che crollò il 10 marzo del 2010. L’ingegner Franco Baroni verrà chiamato al banco dei testimoni nel processo per disastro colposo che vede imputati i due costruttori, Pietro Giori, presidente della Ceb di Berra, e Stefano Tommasi, amministratore di Sole Enginering di Terni; l’ingegnere comunale Luisa Cesari, direttore dei lavori; Giuliano Mezzadri, l’ingegner che eseguì il collaudo; Giovanni e Pasquale Canalicchio di Terni, della omonima ditta che realizzò i materiali per la copertura; Gianni Donato, presidente del cda della Ceb di Berra; Vincenzo Fattorini, della Fattorini Engineering, progettista della copertura. Il
Nell’udienza di ieri si è avvalso della facoltà di non rispondere Franco Giudici, direttore del cantiere, imputato inizialmente per il crollo ma prosciolto da ogni accusa dal gup Piera Tassoni all’esito dell’udienza preliminare. Davanti alla pm Patrizia Castaldini e al giudice Franco Attinà si è presentata invece Francesca Fergnani, dell’ufficio tecnico, anche lei indagata in un primo momento ma subito archiviata dalla procura. La geometra, che ha collaborato alla progettazione, ha fatto in aula una cronistoria precisa del palasport, testimonianza utile per riassumere le varie fase di progettazione e costruzione della struttura.
L’udienza è stata rinviata al 3 aprile, quando comparirà come teste Baroni. Secondo la perizia affidatagli a suo tempo dal tribunale, il tetto crollò perché le aste filettate si sfilarono dai giunti che le tenevano insieme. Il consulente, sentito allora in incidente probatorio, “si rileva negligenza e forse una certa imperizia sia per l’errata lavorazione delle sfere da parte degli operatori sia per l’inefficacia dei controlli interni da parte dei responsabili tecnici di produzione” (vai all’articolo).
Quell’incidente probatorio si verificò però in parziale assenza di contradditorio. A quell’epoca, siamo nel febbraio del 2011, Giovanni e Pasquale Canalicchio di Terni, della omonima ditta che realizzò i materiali per la copertura, non erano ancora indagati e di conseguenza i loro legali non hanno potuto far assistere un proprio consulente alle operazioni peritali.
Il giudice ha scelto comunque di esaminare il perito nel corso della prossima udienza, in contradditorio.
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