Il tribunale di sorveglianza si è riservato sulla richiesta di misura alternative al cercare per i colpevoli dell’omicidio colposo di Federico Aldrovandi. Ieri mattina si sono tenute a Bologna le relative udienze con le rispettive richieste dei difensori di Paolo Forlani, Luca Pollastri, Enzo Pontani e Monica Segatto. Pontani – assistito dall’avvocato Michela Vecchi – dovrà tornare davanti al giudice il 26 febbraio, a causa di un difetto di notifica. La posizione di Forlani verrà discussa domani. Ieri il suo difensore ha presentato una documentazione medica che attesta come l’agente avesse problemi di salute quando offese la madre su facebook.

Udienze separate poi gli altri agenti di polizia condannati in via definitiva a tre anni e mezzo per la morte del diciottenne Federico, avvenuta a Ferrara in via Ippodromo il 25 settembre 2005. Dopo aver sentito le loro dichiarazioni (Pollastri era presente assieme all’avvocato Costantino Cardiello, Segatto con l’avvocato Eugenio Pini – i due legali sono entrati nel processo nel corso del secondo grado attraverso l’associazione Prima Difesa), e quelle del procuratore generale Miranda Bambace, il giudice si è ritirato. La riserva verrà sciolta non prima di cinque o sei giorni.

In tribunale, fuori dall’aula, ha voluto essere presente Lino Aldrovandi, il padre del ragazzo. A lui e alla famiglia sono arrivate le scuse di Forlani. “Scuse che rispedisco al mittente – scuote la testa il genitore -; le scuse le deve fare non a me, ma a un ragazzo morto”. Lino Aldrovandi si augura un “segnale forte dallo Stato”: “per quello che hanno fatto, per quello che scrivono tre giudici in altrettante sentenze, meriterebbero il carcere. Sei mesi non sono niente. Ma farne scontare anche un giorno solo sarebbe un segnale”.

La madre, da Ferrara, commenta a distanza quello che “a livello simbolico può essere un passo importante: farà capire la posizione dello Stato, della magistratura, di fronte alla richiesta di evitare il carcere di quattro persone che hanno commesso un delitto vestendo la divisa delle forze dell’ordine”. “Ma questa decisione varrà solo per i prossimi sei mesi – aggiunge Patrizia Moretti -, mentre per il ‘dopo’ è molto più rilevante quello che deciderà il Corpo della Polizia di Stato a livello disciplinare”. Decisione che è attesa per marzo.