Riconoscimento internazionale per Luigi Grassi, Ordinario di Psichiatria dell’Università di Ferrara, primo italiano ad aver conseguito l’Arthur M. Sutherland Award, l’onorificenza alla carriera più importante conferita dalla International Psycho-Oncology Society (IPOS), organismo mondiale che raggruppa i migliori specialisti di settore operanti in 28 Paesi, per un totale di oltre 7000 membri. La consegna del premio, volto ad onorare il lavoro e le innovazioni più significative nel panorama psiconcologico internazionale, è avvenuta in occasione del 14° congresso mondiale di Psiconcologia e del 39° congresso della Clinical Oncology Society of Australia, che si è tenuto a Brisbane (AU) la settimana scorsa.
“E’ un onore per me aver ricevuto questo importante riconoscimento – spiega Grassi, membro del Comitato Direttivo di IPOS, di cui è stato Presidente fino al 2008, e coordinatore fino al 2013 della International Federation of Psycho-Oncology Societies – che ho voluto dedicare a tutte le persone ammalate e ai loro familiari nonché a tutti gli operatori sanitari che ogni giorno lavorano in contatto con la sofferenza. Questo Award ricorda il lavoro di Arthur Sutherland, il primo psichiatra che pionieristicamente nel 1951, presso il Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York, gettò le basi della attuale psiconcologia, la disciplina specialistica rivolta alla comprensione delle conseguenze emozionali che le patologie neoplastiche sempre determinano e agli interventi per ridurre i livelli di ansia, demoralizzazione o depressione così frequenti nelle persone colpite da cancro e nei loro familiari, durante tutto il decorso della malattia”.
“A distanza di sessant’anni molta strada è stata fatta – conclude Grassi – e la psiconcologia, sia nell’ambito assistenziale che della ricerca e della formazione, è ora una realtà sviluppata nella maggior parte dei paesi in cui si voglia garantire una assistenza completa e di qualità ai numerosi bisogni delle persone ammalate, affinché queste non siano lasciate nella solitudine del non ascolto e trovino, invece, risposte adeguate. Ciò è stabilito anche dal Ministero della Salute Italiano nel piano oncologico nazionale, in linea con quanto già approvato dalla commissione europea e da diversi altri organismi, quali l’Unione Internazionale contro il Cancro. Considerando che solo in Italia ogni anno si ammalano di cancro 350.000 persone e 170.000 muoiono per questa malattia, gli interventi integrati sul versante psicosociale rappresentano una necessità fondamentale oltre che un diritto umano, come recentemente indicato propria dalla Società Internazionale di Psiconcologia e dalla Confederazione Europea dei Pazienti Oncologici.”
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