Cronaca
3 Dicembre 2012
Una giornata di mobilitazione studentesca sfociata in autogestione

Occupazione a metà all’Iti di Ferrara

di Redazione | 2 min

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Un’altra giornata di fermento all’interno della mobilitazione studentesca ferrarese. Questa mattina dalle 10.30 l’Iti Copernico-Carpeggiani ha visto gli studenti riuniti in un’assemblea straordinaria e non autorizzata che ha rischiato di sfociare in un’occupazione dell’istituto ma che, alla fine, dopo la mediazione tra studenti, preside e Digos si è trasformata in una probabile concessione di una nuova autogestione per la prossima settimana.

Silvia Bighi, studentessa dell’Itis e presidente della Consulta provinciale degli studenti, alla fine della  giornata di mobilitazione interna all’istituto spiega cosa sia successo: “ci siamo messi d’accordo per fare un’assemblea durante l’intervallo e alla fine abbiamo ottenuto un’autogestione per la settimana prossima”.

A quanto racconta lo studente Matteo Aguiari, la decisione di convocare un’assemblea straordinaria sarebbe stata presa già venerdì scorso da un gruppo di 5-6 studenti ma senza che vi fosse l’intenzione di occupare la scuola, bensì quello di dare vita a una forte forma di protesta: “vogliamo avere il nostro spazio per parlare dei problemi, anche perché la settimana scorsa ci è stato concessa un’autogestione dove però si è parlato di cose che non erano interessanti per noi”.

Dopo circa un’ora e mezzo dall’inizio della mobilitazione, sono entrati nell’istituto due agenti della Digos, che hanno parlato con il preside Roberto Giovannetti e con alcuni rappresentanti degli studenti a capo dell’iniziativa cercando di mediare la situazione.

Proprio con l’intervento della questura pare che il consesso degli studenti si sia sbriciolato per paura di eventuali gravi conseguenze, come anche le parole di un’insegnante, Emanuela Zucchini, sembrano confermare: “Si sono divisi perché i più piccoli sono tornati in classe una volta che il preside ha detto di aver, giustamente, chiamato la Digos. Purtroppo non sembrano uniti nel sapere come agire nonostante abbiano tutti un obiettivo comune, ma è una situazione che accomuna anche noi insegnanti. È comunque un segno positivo di vivacità”.

“Molti professori sono con noi, altri invece non ci appoggiano”, dice Davide Stabellini, un altro studente, confermando in qualche modo le parole della professoressa e poi rivelando il vero cruccio degli studenti: “non sentiamo più la scuola come nostra, forse non lo è mai stata”.

All’una suona la campanella. Chi ha finito aspetta l’autobus per tornare a casa, gli altri entrano dentro come se fosse un normale giorno di scuola. L’appuntamento per tutti gli studenti è per domani mattina fuori dalla scuola, dove, spiega ancora Silvia Bighi, “decideremo cosa fare prima che sia ora di entrare, ma non ci sarà un’occupazione”.

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