Quattro episodi critici in sette giorni. È la settimana nera del petrolchimico ferrarese, che lascia dubbi e perplessità sull’entrata in funzione a distanza tanto ravvicinata delle torce di emergenza dietro i cancelli di piazzale Donegani.
Al coro di apprensioni già apparso su Estense.com si aggiunge anche la voce di Luigi Gasparini, il medico igienista che nel 2006 fece l’esposto in procura da cui nacque il processo contro i manager di Basell e Yara.
Ora Gasparini si dice preoccupato dalla mancanza di comunicazioni pubbliche da parte del Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Ausl “sul rischio potenziale per la salute della popolazione esposta alle emissioni delle torce d’emergenza e alle ricadute delle sostanze inquinanti sul suolo e di conseguenza al loro passaggio nella catena alimentare”.
“Preoccupante” anche il fatto che il sindaco Tagliani “sia rimasto sconcertato quando nel giugno 2011 la Procura sequestrò le torce d’emergenza del Polo chimico (http://www.cronacacomune.it/notizie/9169/sul-sequestro-delle-torce-di-processo-yara-e-di-emergenza-basell.html) e che adesso invece, pur ricoprendo le funzioni di autorità sanitaria locale del Comune di Ferrara, non sia ancora rimasto sconcertato dopo questi 4 gravi episodi critici di questi ultimi giorni, addirittura anche con perdita del pericoloso tetracloruro di titanio da un’autocisterna”.
Gasparini fa notare che, con la recente perdita da un’autocisterna, si è appreso che “assieme al propilene ed etilene in torcia viene bruciato anche il catalizzatore (molto probabilmente lo stesso tetracloruro di titanio). D’altronde finora a noi cittadini era sempre stato detto da Ifm ed in genere “automaticamente confermato” da Arpa che nelle torce d’emergenza di Basell venivano bruciati solo i gas di processo (propilene ed etilene) mentre non veniva mai detto che assieme ai gas di processo nelle torce venivano bruciati anche i catalizzatori”.
E tra questi – appunto – il tetracloruro di titanio, elemento altamente inquinate. Tanto che nella scheda di Arpa (http://www.arpa.emr.it/schedesostanzepericolose/schedeattuali/icsc1230_ITA.htm) alla sottovoce Dati ambientali si legge: “Si raccomanda vivamente che questa sostanza non sia immessa nell’ambiente”.
Il medico punta allora il dito contro il Comune di Ferrara, che “deve riappropriarsi delle sue peculiari funzioni di autorità sanitaria locale finalizzate alla tutela della salute dei cittadini ed alla salvaguardia dell’ambiente”.
Già oggi, intanto, è previsto un incontro in prefettura con le aziende del petrolchimico e le autorità locali.
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