C’è chi minimizza, chi si accontenta, chi fa buon viso a cattivo gioco. E chi si gode la vittoria a suon di sberleffi agli avversari. C’è di tutto sulle pagine facebook dei politici ferraresi che commentano a distanza i risultati delle prove generali delle politiche 2013, le elezioni regionali in Sicilia.
Ma partiamo dagli sberleffi. Eccone un esempio. Titolo: “Le ultime parole famose di un politico lungimirante”. Sotto la foto di Fassino che nel luglio 2009 non fu decisamente felice profeta: “Grillo fondi un suo partito, si presenti alle elezioni e vediamo quanto prende”. Risultato: Movimento 5 stelle 14,9%, Pd 13,4%. Il post è di Silvia Mantovani, anima grillina della prima ora e impegnata nella raccolta firme per presentare la lista Cinque Stelle per la primavera prossima.
Il successo di Grillo è anche sulla pagina di Valentino Tavolazzi di Progetto per Ferrara, espulso dal Movimento, che comunque condivide un commento di soddisfazione: “grazie ai 270mila cittadini liberi siculi. Avete messo 14 cittadini nel parlamento siculo per iniziare a cambiare, adesso aiutateli nel cambiamento!”.
Non può certo sorridere invece Luca Cimarelli, Pdl, che – nonostante il misero 12,9 % del suo partito, che lascia nelle urne venti punti percentuali in meno rispetto alle precedenti consultazioni – vede nell’astensionismo (ha votato solo il 47,42% degli aventi diritto) la grande sconfitta della tornata regionale insulare: “quando non va a votare il 50% degli elettori ci sono dei problemi. Quando un candidato serio come Nello Musumeci non riesce ad affermarsi vuol dire che nel centro destra ci sono dei gravi problemi. Minimizzare quanto accaduto significa non voler ammettere che ci sono gravi problemi. I problemi diventano irrisolvibili se non si capisce che le primarie non dovranno essere una “guerra per bande”. Forse la mancanza di una linea politica non aiuta”.
“Non cede voti” invece l’Udc, come fa notare Andrea Rossi, che pronostica tempi difficili per il nuovo governatore Crocetta: “ha vinto Grillo, ma il Pd e Crocetta governeranno grazie all’Udc. Ha vinto Grillo, ma Sel, alleato strategico di Bersani non elegge nemmeno un consigliere. Ha vinto Grillo. Buon divertimento: a ciascuno il suo”.
Di Grillo si occupa, o preoccupa, anche Paolo Calvano, secondo il quale “Grillo ha certamente gioco facile nell’approfittare delle mancanze della politica”. Il segretario Pd sposta però la riflessione in casa propria, nella stanza delle primarie: “se qualche autorevole esponente politico, anche del mio partito, continua a chiedere il taglio dei vitalizi, quando questi in realtà sono già stati eliminati, si fa fatica a ridare credibilità alla politica”.
Guarda tra le mura domestiche anche Alessandro Bratti, che ammette come “il voto in Sicilia è una terribile dimostrazione delle cause di un sistema che non va. Ma leggere su facebook i commenti spesso acidi di dirigenti del Pd nei confronti del Pd proprio non lo capisco davvero! Ma quale è la perversione intellettuale che porta a questo comportamento?”.
Più pragmatica è Maria Teresa Bertuzzi, che vede nel voto isolano “una grande occasione per il Pd; deve governare con i voti della coalizione con cui ha vinto… gli errori del passato sono utili solo se dagli errori si impara… sarà una prova durissima… 6 miliardi di debito richiedono misure coraggiose, ma quei cittadini meritano un governo serio e responsabile… E il Pd questa volta deve fare la differenza!”.
Molto meno entusiasta di tanti” è Luigi Marattin, che fa “un po’ fatica a capire di cosa si dovrebbe gioire, quando più della metà degli elettori non vota, quando il primo partito è un movimento che come programma ha il mandare a fan…. le persone, quando le personalità migliori del Pd (penso a Davide Faraone) non vengono elette, quando occorrerà comunque allearsi con le forze del passato per formare una maggioranza. Ma per essere felice, mi basta leggere la scritta che Crocetta fece appendere alla porta del suo studio, da assessore alla Cultura del comune di Gela: “’qui non si accettano raccomandazioni’”.
Della personalità e del passato di Crocetta si felicita anche Caterina Palmonari, sempre del Pd: “un sindaco antimafia presidente della Sicilia…io dico che questa è una gran bella cosa”.
Chiude la ridda di questa selezione ‘social’ Stefano Calderoni di Rifondazione: “considerando che in Sicilia ha votato meno di un elettore su due e che il futuro presidente prende meno di un terzo dei voti espressi, questo significa che Crocetta rappresenta circa il 15 % dei cittadini siculi. Capisco l’euforia di chi ha vinto, ma temo che non ci sia nulla di cui festeggiare”.
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